I “nonluoghi” sono tutto attorno a noi. Siamo un’isola felice ?

L'Eco del Monte e del Padule 24 Settembre 2012 1

Il Centro commerciale “I Borghi” di Navacchio. Uno dei più prossimi “nonluoghi”.

Un articolo pubblicato recentemente su “il Tirreno” a firma Fabrizio Brancoli ci è stato segnalato da un amico (e affezionato lettore de “L’Eco…” sin dal primo momento…) ed ha attirato la nostra attenzione per l’universalità del messaggio che lancia.

Il pezzo tratta nella fattispecie della dismissione completa, dell’abbandono e dello sfacelo dell’edificio che ospitava uno dei punti vendita della nota catena commerciale “Euronics”, adesso trasferitosi a poche decine di metri ospite (per modo di dire, viste le migliaia di €uro mensili di canone di affitto…) della megastruttura dell’Ipercoop di Montecatini.

Brancoli riflette amaramente sul fatto che quella che ci viene propinata come una “strategia indolore” dai grandi marchi delle catene creatrici degli enormi centri commerciali (in Toscana ne abbiamo praticamente una monomarca, eccetto qualche sporadica eccezione…), ammantata da un ragionamento quasi “benevolo e lungimirante” (il messaggio vorrebbe suonare come un: “vedete cari consumatori, dove prima c’era solo un Ipermercato adesso c’è un bellissimo centro commerciale. Pieno di negozi di marca, luci, colori, giochi per i bambini, palestre, ristoranti… Venite, venite a trovarci !”) in realtà produce effetti ben più deleteri nel lungo periodo. In questo caso particolare dopo soli 9 anni dall’inaugurazione della struttura che ospitava Euronics. Non sono solo colpi mortali inferti nell’immediatezza alla libera concorrenza ed a tutto quel tessuto che ha sempre caratterizzato le economie delle diverse zone della nostra regione (il piccolo artigianato, il commercio al dettaglio, le bottegucce dove spesso ci si ritrovava anche per scambiare quattro chiacchere…) ma anche per un impatto ambientale e sociale che la politica fa finta di non vedere.

Lo strapotere (commerciale, economico, politico, chi più ne ha più ne metta…) della Cooperativa sopracitata ha creato per l’ennesima volta un vuoto irrecuperabile. Nel caso particolare di Montecatini terme, invece che della sola sottrazione di opportunità di lavoro per commercianti, artigiani o piccoli imprenditori, le politiche della Coop (cui la catena Euronics è apparentemente legata a doppio filo…) hanno generato l’abbandono di uno spazio che fino a pochi mesi fa era la rappresentazione vivente dell’opulenza. Uno specchio della nostra società contemporanea, ahimè… Adesso (dice Brancoli nel suo articolo) “dove prima si vendevano navigatori satellitari, lettori MP3, e DVD, e condizionatori… ci sono già turme di spacciatori, abusivi, clandestini… varia umanità che preoccupa non poco chi, da quelle parti, ci vive !”

Sarà ciò che ci attende nelle prossimità di qualsiasi ipercentro ? Megastrutture tutte uguali tra loro, da intendere come una “buchi neri” che attraggono presso di sé attività di ogni genere e di ogni dimensione ? Vengono in mente le dottrine dell’antropologo Marc Augé (“teoria dei nonluoghi”), quando afferma che la nostra società moderna incorre sempre più nella svalorizzazione ed annichilimento dei “luoghi antropologici” in favore di aridi punti di interscambio quali stazioni, autostrade, mezzi di locomozione e di trasporto, ma soprattutto CENTRI COMMERCIALI (i “nonluoghi” per eccellenza).

Ed è triste constatare che Augé stesso, in una recente rielaborazione del suo lavoro, sia stato costretto ad ammettere che questi ultimi (i centri commerciali, appunto) “possono far nascere una qualche forma di legame sociale: i giovani creano con la loro frequentazione un luogo da un nonluogo; gli ipermercati, sfuggendo ogni retorica e tutte le forme di snobismo intellettuale oggi così di moda, stanno appropriandosi di una identità propria, creata proprio dalle ultime generazioni di “nativi digitali” (l’Internet generation NDA). continua…

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