PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ALBERTO BENVENUTI: “LA VITA DEGLI OPERAI NELLA STORIA DELLA PISTONI ASSO”

L'Eco del Monte e del Padule 20 Ottobre 2012 0
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ALBERTO BENVENUTI: “LA VITA DEGLI OPERAI NELLA STORIA DELLA PISTONI ASSO”

I primi dipendenti della Pistoni Asso (1949)

Uno spaccato sulla storia di un paese, e dell’industria che di quel paese, Fornacette, ha permesso lo sviluppo nei tempi difficili del dopoguerra e in quelli del boom degli anni Sessanta. Questo è il libro di Alberto Benvenuti “La vita degli operai nella storia della Pistoni Asso, presentato sabato mattina in sala James Andreotti a Fornacette. «Il libro l’ho cominciato due anni fa, e l’ho finito da poco», racconta Benvenuti. Operaio della prima ora, andato in pensione nel 1989, Benvenuti è entrato in ditta quando ancora era una piccola officina, negli anni Quaranta. La creatura di Silvano Ferrucci, storico patron e fondatore della Pistoni Asso, doveva ancora farne di strada. «Ho cominciato a lavorare al fianco di James Andreotti, spalla a spalla. James sarebbe poi diventato il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Fornacette». Una fabbrica, quella di Ferrucci, che ha deciso i destini di un’intera comunità, dando lavoro a centinaia e centinaia di persone. «Negli anni Cinquanta cominciammo la produzione di pistoni. Le commesse crescevano, e il lavoro aumentava. Prima della crisi degli anni Ottanta, la produzione contava ben 720 operai». Poi vennero i ridimensionamenti, e le grandi manifestazioni per la mensa aziendale. «Nel 1980, durante il mandato del sindaco Passetti, noi operai spingevamo per una mensa di zona. Ma non ce la facemmo». Già, perché Benvenuti è stato anche sindacalista. Per ben trent’anni. «Il primo sciopero che facemmo, nel 1960, fu un vero e proprio shock per Ferrucci e la proprietà», continua Benvenuti nel proprio racconto. «Io ero considerato la guida di quel movimento, perché ero l’operaio più anziano. Ferrucci la mandò giù male, e da quel giorno le nostre relazioni si incrinarono un po’. Ci parlavamo, ma capì che ero dall’altra parte della barricata». Il rapporto con la proprietà, nonostante alcune incomprensioni, Alberto l’ha sempre mantenuto ottimo. In linea con quel buon spirito imprenditoriale che vede il padrone remare insieme ai propri operai, per portare insieme la barca in porto. «E Ferrucci sapeva remare bene». Tanto più che, se la Pistoni Asso è oggi una delle più grandi realtà industriali della zona, è anche per il sudore di personaggi come Andreotti e Benvenuti. «Era il 1952, e amavo correre in bicicletta. Erano i tempi del mitico Manolo Baggiani e del velodromo. Una mattina caddi, e mi feci male alla gamba. La mattina dopo, a causa del dolore, decisi di non andare al lavoro, e Ferrucci si preoccupò quando non mi vide arrivare. Quando venne a sapere dell’incidente, venne ai Gaddi, una zona di Fornacette, con la sua Giardinetta e mi caricò in macchina. Mi portò lui stesso a farmi le lastre all’ospedale di Pontedera. E quando fummo pronti, mi riportò a casa».

Jacopo Paganelli

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