LA RAPINA DI CASCINE – PRIMI DETTAGLI E PRIMI COMMENTI.

L'Eco del Monte e del Padule 15 Novembre 2012 2
LA RAPINA DI CASCINE – PRIMI DETTAGLI E PRIMI COMMENTI.

Ieri sera avevamo aggiornato velocemente l’accaduto a Cascine di Buti; una “rapina” in vera regola, effettuata secondo i crismi oramai abituali dei nuovi delinquenti di questi ultimi anni.

Intorno alle 20:30, incuranti del fatto che la maggior parte delle persone a quell’ora possano trovarsi a casa per cena (o a vedersi la Nazionale…), i ladri, stavolta non “topi d’appartamento” che si limitano a forzare una finestra o una porta e ad arraffare suppellettili e cianfrusaglie in bella mostra come capitato nel corso dell’ultima ondata di furti, ma veri professionisti, sapevano alla perfezione che cosa andare a cercare.

Mercoledì sera erano in tre (giovanissimi, sui 20 anni, vestiti di nero e con gli attrezzi del mestiere, picconi, mazze, torce da speleologo…), e non si sono affatto preoccupati del rumore, provvedendo a “smurare” letteralmente la cassaforte che la Signora M. ed il suo compagno custodivano al primo piano della villetta di via Matteotti al numero 53.

 

La palazzina dove si è consumata la rapina

 

La Signora M., che si trovava al piano terra, ha salito le scale per accertarsi dell’origine dei rumori, seguita dopo pochi minuti dal convivente – “sembrava che ci fossero dei muratori al lavoro…”, ci ha detto in seguito un testimone – solo per sentirsi minacciare (“Vi ammazzo! Vi ammazzo” urlavano con accento straniero i tre fuorilegge) e vederli scappare in strada con la cassaforte sottobraccio per dileguarsi a bordo di una BMW grigia.

I vicini, attirati dal tumulto e dalle grida della Signora, sono scesi in strada, ma niente hanno potuto se non assistere alla fuga ed avvertire prontamente il 112, giunto sul posto pochi minuti dopo che i tre si erano dileguati. “Nel fuggire hanno rischiato di investire mio padre, sceso con me per rendersi conto di che cosa stava accadendo” ci conferma P.B., uno dei presenti “hanno urtato un marciapiede ed il muretto del giardino della casa rapinata, probabilmente forando uno pneumatico. Brandivano mazze e picconi, minacciando pesantemente anche noi… chissà che altri oggetti avranno avuto per offendere”.

La ruota forata ed eventuali danni alla carrozzeria dell’auto potrebbero aver interrotto la fuga dei tre malviventi a pochi chilometri da Cascine di Buti, ma al momento non si hanno particolari sull’evolversi delle indagini.

I primi commenti a caldo degli abitanti di Cascine sono ovviamente di profondo sbigottimento, misto a paura e sfiducia. “Il fatto è che loro non hanno nulla da perdere, al massimo si passano una settimana al Don Bosco e poi se ne tornano bellamente a delinquere, infischiandosene di fogli di via o ingiunzioni di rimpatrio obbligatorio” commenta amaramente L.G. “se dovessi trovarmi in una situazione analoga probabilmente reagirei, ma mi rendo conto che sono cose che si dicono comunemente, probabilmente hanno agito bene i Signori, nessuno si è fatto male, e questo è l’importante…” conclude. “E’ vero” interviene una Signora che abita di fronte alla palazzina e che ieri sera se ne è stata barricata in casa per timore che ci potesse scappare qualcosa di grosso hanno fatto benissimo. Ma mi chiedo che cosa fanno le autorità: proteggono i mascalzoni, e se qualcuno di noi cittadini, che ci spacchiamo la schiena per pagare tasse, multe, servizi e garantire ogni bene possibile ai nostri figli (compreso il diritto allo studio e le future pensioni di anzianità) alza giustamente la voce lo tacciano di “fascismo”.

Via Matteotti a Cascine di Buti. La villetta si trova in fondo sulla sinistra

Già… Un episodio che ineluttabilmente va a collegarsi con quanto accaduto a Pontedera sabato scorso, e l’intrusione di militanti di Forza Nuova alla cerimonia del conferimento della cittadinanza ai figli di immigrati nati e cresciuti in Italia.

Ma siamo sicuri che “questi” stranieri (sempre che di stranieri si tratti nella fattispecie, ma cambierebbe ben poco; di esempi ne sono piene le cronache), non abbiano niente a che spartire con i bambini vittime della vile contestazione di sabato o con le loro etnie.

La manovalanza del crimine, almeno dalle nostre parti, ha una provenienza ben precisa che tutti conoscono ma nessuno osa affermare pubblicamente (proprio per paura di essere etichettato). Forse è il momento di lasciare un attimo da parte il “politically correct” e riflettere su un’affermazione che questa mattina circolava in strada: “A metà ottobre c’è stata la Fiera di Pontedera, ad inizio novembre quella di Lucca: il tempo di raccogliere informazioni e VIA ! sono partiti i furtia raffica. Tutti gli anni la stessa storia…”

2 Comments »

  1. moreno testi 15 Novembre 2012 at 15:05 - Reply

    Attenzione a chi facciamo entrare in casa, idraulici, muratori, ecc. Solo gente conosciuta e fidata, e seguiteli nei loro spostamenti all’interno dell’abitazione. Fateli entrare solo nelle stanza dove è assolutamente necessario che entrino, nelle altre no. Attenzione anche achi ci ascolta al bar o in altri luoghi pubblici, non parliamo MAI di dove teniamo (in casa) le nostre cose, se abbiamo una cassaforte, se abbiamo del contante. Altra via di fuga di informazioni riservate possono essere i ragazzi ed addirittura i bambini, istruirli subito a non parlare mai delle cose di cui sopra, devono sempre dire che non sanno nulla anche se sanno tutto. Mai, anche, parlare di eventuali assenze prolungate da casa per vacanze, ecc. Mai nemmeno parlarne su Facebook o altri social network.

    • francescodevictoriis 15 Novembre 2012 at 18:05 - Reply

      Bravo Moreno. Purtroppo sembra che non basti più… MA E’ IMPORTANTE SEGUIRE SEMPRE QUESTE REGOLE !!! FONDAMENTALE, DIREI…

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