L’ODISSEA DI UN ONESTO CITTADINO. COSTRUISCE UN PONTICELLO PER ANDARE A CASA, MA PER IL FISCO SEMBRA IL “PONTE SULLO STRETTO”…

L'Eco del Monte e del Padule 30 Novembre 2012 0
L’ODISSEA DI UN ONESTO CITTADINO. COSTRUISCE UN PONTICELLO PER ANDARE A CASA, MA PER IL FISCO SEMBRA IL “PONTE SULLO STRETTO”…

Lacci e lacciuoli, gabelle e balzelli. Tanti, soprattutto che sembrano non finire mai, e che arrivano a compromettere la vita quotidiana dei cittadini-contribuenti, a togliere loro sonni tranquilli. Succede a Cascina, frazione di Badia a Montione, dove un residente, che circa otto anni fa ha costruito un ponticello sul rio Titignano per accedere alla propria abitazione, ha visto lievitare di giorno in giorno le imposte che la burocrazia gli mette davanti. «Sette od otto anni fa ho costruito uno stabile dall’altra parte del fosso Titignano, in via Fratelli Giacomelli», racconta Mario Cervelli, il cittadino esasperato che ha deciso finalmente di sfogarsi. «All’epoca feci una trafila di circa sei mesi per ottenere i vari permessi dagli enti preposti: pagai quello che c’era da pagare, e tutto sembrava a posto».

Ma non è stato così: i costi di quel semplice manufatto, indispensabile al signor Mario per poter attraversare il corso d’acqua con l’automobile e accedere all’abitazione, si sono moltiplicati, fino a sorpassare ampiamente gli ottanta euro l’anno – che già potrebbero costituire un peso gravoso per chi campa di sola pensione – dovuti al Comune per il passo carrabile. «Un paio d’anni dopo la costruzione del ponticello, mi arrivò una notifica dal Demanio: avrei dovuto sborsare ben cento trentacinque euro all’anno, a causa dell’occupazione di un pezzo del torrente». Una superficie tra l’altro risibile, circa otto metri quadrati, appena sufficienti per il transito di un automezzo, ma evidentemente abbastanza per far alzare le antenne al fisco. E non è finita qui. «Il bello di questa imposta demaniale è che aumenta progressivamente di circa tre euro all’anno, tanto che adesso pago già cento sessanta euro. Fra trent’anni dovrò accendere un mutuo appositamente per questa gabella?». Ma come in un odissea senza fine, i guai non hanno abbandonato il povero contribuente vessato dalle tasse. A Comune e Stato, si è infatti aggiunta la Provincia. «Qualche giorno fa mi è arrivata una notifica dalla Provincia di Pisa: mi mandano a chiedere altri cento sessanta euro come cauzione». A quanto il signor Cervelli ha capito, si tratterebbe di una somma che ritornerebbe nelle sue tasche in caso di cessione del ponte; ma che, senza dubbio, comporta e aggiunge un ulteriore travaglio. «Se guardiamo alla conformazione del torrente, i tubi di deflusso che ci sono prima del mio ingresso sono tutti piccoli, circa cinquanta centimetri di diametro, mentre il mio ponte è largo circa due metri. Oltre al danno, anche la beffa. Sono davvero senza parole; tutta questa burocrazia vessa strozza gli onesti cittadini, per cui mi chiedo: come fa un’impresa a venire a investire in Italia?».

Jacopo Paganelli

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