RENZI SORRIDE ANCHE A BUTI E A CALCINAIA (OLTRE A BIENTINA, PONTEDERA, CASCINA E ZONA DEL CUOIO)

L'Eco del Monte e del Padule 26 Novembre 2012 0
RENZI SORRIDE ANCHE A BUTI E A CALCINAIA (OLTRE A BIENTINA, PONTEDERA, CASCINA E ZONA DEL CUOIO)

Ormai appurati i risultati delle consultazioni primarie per l’elezione del nuovo candidato premier del centrosinistra (e probabilissimo nuovo arbitro della scena politica italiana, a meno di un altro “coupe de force” antidemocratico), ed accolto con sentimenti contrastanti l’esito finale (P.G.Bersani e Renzi al ballottaggio, con una forbice di punti percentuale non così schiacciante a favore del primo come tanti preventivavano e si auguravano…). Assodato il fatto che, a livello nazionale, P.G. può solo perdere la sfida con l’enfant terrible fiorentino, la nostra personale riflessione volge ai risultati locali, dove Renzi (nonostante una campagna promossa dall’establishment mai così apertamente a favore di un candidato rispetto all’altro) ha ottenuto un consenso imprevedibilmente alto, superando praticamente ovunque il candidato “ufficiale” delle direzione del partito.

Simpatica e irriverente. Supereroi o Power Rangers ?

A Pontedera (identificata giustamente come roccaforte operaia per la presenza della Piaggio) Renzi sfiora il 49%, con Bersani che si assesta ad un 40,61% (224 voti di scarto). Cascina vede Bersani prevalere di un’incollatura (42,86% contro il 41,52% del “rottamatore”, 52 soli voti di differenza), Bientina registra un clamoroso risultato pro Renzi (284 voti – più del 50% di preferenze – contro i 214 dei bersaniani); A San Miniato ed a Santa Croce dove l’apparato era schierato secondo le direttive provenienti dall’alto in maniera compatta, il risultato del voto in sostanziale parità ha imposto “una seria riflessione” agli amministratori.

Integriamo i risultati dei Comuni a noi più vicini con quelli di Calcinaia (Bersani 591- Renzi 530) e Buti (roccaforte integralista) dove Bersani ha avuto ragione di Renzi con un risicato 247 – 224.

Una forte partecipazione popolare praticamente dovunque, con le polemiche della settimana precedente l’appuntamento elettorale parzialmente sopite da un risultato inaspettato.

Parafrasando un paragone calcistico (materia cui l’italiano medio continua ad essere molto più appassionato rispetto alla politica…) “chi vince ha sempre ragione”, anche se l’arbitro assegna tre rigori inesistenti all’avversario: ma se finisce 4 – 3…

La considerazione personale, passabilmente equilibrata come solo chi è assolutamente convinto che il risultato finale della tenzone poco influirà sul futuro dell’Italia nei prossimi 2/3 anni (sui quotidiani odierni si titola già: “Monti tentato dal bis”…), è che il grigiore e la prevedibilità di certi personaggi non bastino più per far presa sulla gente.

Non è più sufficiente ostentare e pubblicizzare la “serietà” di un protagonista rispetto ad un altro rischiando di denigrare un contendente. Forse ha giocato a sfavore di P.G. una sorta di contrappasso dantesco; quella compattezza di Sindaci, Assessori, Consiglieri e Dirigenti schierati inequivocabilmente a suo favore (nella speranza di ottenere un plebiscito come avvenne per Prodi all’esordio italiano delle primarie) può aver provocato nell’elettorato di centro-sinistra una sorta di repulsione contro le decisioni imposte dall’alto cui gli italiani (i soli in tutto il mondo occidentale) sembrano aver detto BASTA.

Ma poco o nulla cambierà: pur costretto ad usufruire dei voti dei “vendoliani” (e per mettere d’accordo due correnti così antitetiche ci vorrà ben più della “serietà” finora dimostrata da P.G.) e pur sconfitto nelle regioni rosse che avrebbero dovuto rappresentare un serbatoio di voti sicuro, Bersani si troverà a dirigere un PD diviso quasi esattamente a metà.

Ma “Monti ci cova”…

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