“TUTTOMONDO” di KEITH HARING spiegato figura per figura

L'Eco del Monte e del Padule 28 Dicembre 2012 0
“TUTTOMONDO” di KEITH HARING spiegato figura per figura

Il murale TUTTOMONDO è un inno alla vita e alla felicità nel mondo ed è nato dall’incontro tra l’artista e uno studente pisano a New York. Invitato a Pisa nel 1989, Keith rimase talmente impressionato dalla vitalità e dai colori cittadini, soprattutto icolori pastello del quartiere di Sant’Antonio – uno dei più colpiti dalla guerra – tanto da voler realizzare un’opera diventata poi il simbolo della rinascita di Pisa negli anni ’90.

Alla realizzazione del murales parteciparono tutti: esperti, studenti, curiosi, bambini e frati. Il comune di Pisa (Granchi) e la Caparol Center fornirono tutti gli elementi necessari per la realizzazione del murale: permessi, colori e mano d’opera. Così da un muro bianco cominciarono a nascere le innumerevoli figure che compongono il piccolo mondo di Keith Haring.

E’ composto da 30 figure concatenate tra loro che rappresentano la pace e l’armonia del mondo. Ogni personaggio è raffigurato in una posa particolare, del tutto simbolica.

Keith Haring parte dal contorno nero delle figure, una linea continua e senza interruzioni. Il contorno è fondamentale per contenere il colore, che per l’artista rappresenta il sangue, la linfa vitale. Senza quello il colore scapperebbe via e le figure perderebbero la loro vitalità, la loro energia. Poi, ispirato ai colori degli edifici dei lungarni pisani, chiari e sulle tonalità del giallo ocra e dell’azzurro, Haring comincia il riempimento.

Il messaggio di pace è espresso da tutti i personaggi:

  • gli animali antropomorfizzati, simbolo della cura dell’uomo per la natura (uccello=libertà, delfino=l’acqua, scimmia=istinto, cane=fedeltà);

  • le 3 razze del mondo, una dentro l’altra mentre tengono in mano un cuore, attaccate dal serpente del male e protette da forbici umanizzate (l’uomo salva l’uomo dal razzismo);

  • il ciclo interminabile della vita rappresentato da un uomo il cui braccio entra nel corpo e si unisce, come un otto (o il simbolo dell’infinito), alla sua gamba;
  • la croce pisana, rappresentata dalle quattro figure unite al centro;
  • una donna con in braccio un bambino, simbolo della maternità;
  • la televisione, simbolo positivo di apertura verso il mondo, se ben utilizzata;
  • l’uomo scala, simbolo di ambizione e elemento danzante;
  • il lavoro umano, rappresentato dalla mano con 5 uomini.

Tutte le figure ballano al ritmo della musica africana, rappresentata dalle piccole linee nere vibranti e di bastoni gialli agitati dal cane e dall’uomo che sostiene il delfino.

Infine Keith Haring ha rappresentato se stesso dentro del dipinto, in basso, in posizione di fuga: l’uomo giallo al centro che una volta terminato il lavoro esce di scena estromettendosi dal murales.

L’artista pop statunitense morirà l’anno successivo, nel 1990, per AIDS.

Nel 2010 Pisa ha reso omaggio a Keith Haring con un evento celebrativo dinnanzi al murales Tuttomondo per ricordare l’artista a 20 anni esatti dalla sua scomparsa, il 16 Febbraio.

 

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