UN PO’ DI CHIAREZZA SULL’EDIFICIO “FANTASMA” DI BIENTINA. ADESSO SAPPIAMO COS’E’, A COSA SERVIRA’, DI CHI E’ E QUANDO SARA’ TERMINATO

L'Eco del Monte e del Padule 7 Dicembre 2012 0
UN PO’ DI CHIAREZZA SULL’EDIFICIO “FANTASMA” DI BIENTINA. ADESSO SAPPIAMO COS’E’, A COSA SERVIRA’, DI CHI E’ E QUANDO SARA’ TERMINATO

L’edificio che a Bientina fa bella mostra di sè in prossimità del Campo Sportivo Comunale, in quell’appezzamento di terreno che si trova tra la palestra ed il tratto di circonvallazione che porta al semaforo per Altopascio e Buti, ha sollevato molte perplessità nei bientinesi improvvisamente risvegliatisi domandandosi quali siano le precise finalità di una struttura tanto moderna ed apparentemente funzionale quanto sinora completamente inutilizzata.

Il lato Ovest della struttura

Anche il Capogruppo della lista civica di opposizione in Consiglio Comunale, Pietro Antonio De Vito, ha sollevato nel corso dell’ultima assemblea del 29 Novembre la questione, fomentando la curiosità dei cittadini al riguardo dello scopo della costruzione e dei tempi di completamento della stessa. Si legge nell’intervento di De Vito:

Pietro Antonio De Vito

Non si capiscono i motivi per cui sia passato così tanto tempo dalla stipula dell’atto di cessione (13 anni !) il completamento della struttura, ed il suo impiego effettivo. L’edificio è apparentemente pronto ad entrare in funzione, ma versa in uno tale stato di abbandono che è stata necessaria la “muratura” di porte e finestre per evitare intrusioni indebite ed atti vandalici. L’Italia si colloca troppo spesso in fondo alle classifiche europee quando si confrontano i servizi pubblici resi ai cittadini dei vari stati ma lungaggini burocratiche o vizi di forma annullano o prolungano inutilmente i tempi di attesa per l’erogazione di servizi spesso basilari. L’RSA di Bientina è un esempio lampante di questo stato di cose. 13 anni per una struttura milionaria non ancora funzionante, e per la quale serviranno chissà quali ulteriori adempimenti per renderla operativa”.

Ci eravamo già rivolti alle autorità comunali competenti in tema di urbanizzazione per avere indicazioni più precise sulle vicende che hanno paralizzato la realizzazione della struttura per un tempo così lungo, ma pur con tutta la disponibiltà e la cortesia del caso, queste ci hanno rimandato ad altri uffici competenti quando non ad altri Enti responsabili della progettazione e proprietari dell’intera struttura. Passata la ventata elettorale delle primarie interne al PD che sicuramente hanno fortemente impegnato l’amministrazione bientinese (e non solo), ci siamo ripresentati sicuri di un interessamento da parte di chi, volente o nolente, ospita l’edificio sul proprio territorio, ricevendo in risposta un sintetico “Non ci interessa”.

Particolare dove si notano i danni già causati dai furti di rame

Ed allora ci siamo rivolti alla ASL 5 Valdera, dove l’architetto Massimo Bascherini ci ha dato tutte le necessarie delucidazioni sulla vicenda palesando ottimismo sull’entrata in funzione della struttura entro la fine del prossimo anno (2013).

Mettiamo quindi un po’ di ordine laddove all’interno del Comune stesso gli stessi dipendenti sembravano cadere dalle nuvole quando interrogati in merito all’edificio:

la costruzione dello stesso è nata sulla scorta delle direttive di una vecchia legge del 1989 che imponeva ai Comuni di finanziare opere sanitarie di interesse comune ovvero a trasferire alle Unità Sanitarie Locali porzioni di terreno dove le USL potessero fabbricare (a loro spese) strutture aventi le medesime finalità. Nel 1999 l’allora giunta Braccini stipulò con l’ASl 5 Valdera un atto di cessione di terreno demaniale dove i lavori di edificazione iniziarono tre anni dopo, essendo stato nel frattempo realizzato un progetto per l’allestimento di una Residenza Sanitaria Assistita da 40 posti ed essendosi aggiudicata la gara di appalto una ditta della provincia di Napoli. Nel corso degli anni (2002-2008) i lavori sono proceduti a rilento per responsabilità della suddetta azienda, fino a quando si è aperto un contenzioso con la ASL che ha visto quest’ultima costretta a bandire un’altra gara di appalto (vinta proprio un mese fa da una ditta toscana !) per terminare la struttura con il completamento degli esterni (che saranno resi perfettamente utilizzabili da pazienti non autosufficienti da un progetto curato in prima persona dallo stesso architetto Bascherini).

Ad oggi l’esterno è così. Presto sarà ultimato un giardino “modello”

Quindi entro la fine del 2013 Bientina potrà ostentare un altro fiore all’occhiello, una struttura moderna, in linea con tutte le più aggiornate normative europee in tema sanitario da ben 40 posti, che ospiterà pazienti provenienti anche da località limitrofe (essendo nel frattempo calata la domanda di assistenza assistita, come ci hanno confermato dagli uffici ASL 5). Anche questo è stato un fattore che ha portato ad un rallentamento dei lavori di completamento della struttura, necessari di revisioni per poterla rendere adatta al ricevimento di pazienti afflitti da molteplici patologie (se nel 1999 l’edificio poteva essere stato concepito per ospitare solamente degenti non autosufficienti sotto l’aspetto fisico, nel prossimo futuro saranno convogliati a Bientina anche gli ammalati psichici). Altro aspetto che l’architetto Bascherini ha indicato come responsabile di frequenti stop, è stato la natura stessa del suolo: un terreno acquitrinoso e paludoso come quello trasferito alla ASL nel 1999 – e d’altronde questo abbiamo, sino a 150 anni fa qui c’era un lago…), ha necessitato di continue aspirazioni di acqua che dal sottosuolo affiorava in superficie a causa del peso stesso della struttura che si andava realizzando, un po’ lo stesso fenomeno che ha fatto pendere la Torre di Pisa…

Quindi un po’ di chiarezza è stata fatta: l’edificio (ed il terreno su cui è stato costruito) sono di proprietà della ASL 5 Valdera, in forza di una legge dello Stato risalente al 1989 di cui, anche volendo, non può essere addossata alcuna responsabilità all’attuale Amministrazione (stupisce un poco casomai, la pressochè totale disinformazione o il disinteresse alla questione). Come non può essere incolpato alcun bientinese dei gravi ritardi del completamento dell’opera, stanti i reali responsabili in tutt’altra regione, autorizzati a proseguire in comportamenti fraudolenti da una miriade di cavilli giuridici che permettono certi “iter” burocratici che il consigliere De Vito lamentava nel suo intervento in Consiglio Comunale del 29 Novembre scorso.

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