E’ stato lo stesso Sindaco di Firenze a fugare ogni dubbio sulla legittimità della vittoria del candidato ufficiale del PD alle primarie che dovevano indicare il candidato del centro-sinistra per le prossime elezioni politiche. Pierluigi Bersani ha vinto in maniera netta, non esistono dubbi su questo (nonostante le aspre polemiche dei sette giorni precedenti alla resa finale dei conti), e la pace sembra d’improvviso scoppiata di nuovo tra i due in pieno stile “politically correct”.
Renzi dice che da domani tornerà a fare il Sindaco di Firenze (viene da commentare che forse era l’ora, viste le energie spese negli ultimi mesi per ambire alla ribalta nazionale…), e ne saranno contenti i fiorentini, date le percentuali di voto ottenute in Toscana dal “rottamatore”. Ancora maggiori di quelle già strabilianti del primo turno, se è vero che i primi risultati ufficiali danno Renzi al 55 contro un 45% di Bersani. Che si riprende anche Emilia Romagna ed Umbria, le due regioni “rosse” che al primo turno avevano tradito il Segretario.
Matteo Renzi chiude la campagna elettorale a Pontedera (foto QN)
Ma il dato fondamentale è che questa volta è stata battaglia vera per l’esito finale del voto. Lo dimostrano i malumori interni alla burocrazia del PD, alcuni attacchi ai “ribelli” che solamente la mancanza di certezza assoluta di vittoria (come accaduto nelle precedenti edizioni che videro incoronare i vari candidati già designati dalle politiche di palazzo) poteva suggerire. Insomma, stavolta la dirigenza del PD non ha avuto la strada spianata, e alcuni (solo alcuni) dei loro uomini hanno ammesso apertamente che “le cose non potranno più essere come prima.
