LA LISTA DI CHI NON CE L’HA FATTA. CI SONO ANCHE NOMI ECCELLENTI, FINI SU TUTTI…

L'Eco del Monte e del Padule 26 Febbraio 2013 0
LA LISTA DI CHI NON CE L’HA FATTA. CI SONO ANCHE NOMI ECCELLENTI, FINI SU TUTTI…

La lista degli esclusi eccellenti dal nuovo Parlamento (quello emerso dalle consultazioni appena terminate), è lunghissima, anche se probabilmente nessuno di loro andrà incontro a problemi di disoccupazione e indigenza, come forse molti elettori si sarebbero augurati.

Non sarà sicuramente il caso di Gianfranco Fini, l’ex leader di Alleanza Nazionale (e prima ancora delfino e successore di Giorgio Almirante alla guida del MSI-AN), che dopo trent’anni di carriera in Parlamento si trova defenestrato in virtù di un doppiogiochismo che stavolta non ha pagato. Pur riuscendo ad ottenere la terza carica dello Stato grazie ai voti degli elettori che deluse profondamente con le manovre successive al voto del 2008 – svincolo dalla politica del PdL di cui è stato comunque uno dei padri fondatori -, Gianfranco Fini è riuscito nella non facile impresa di non farsi eleggere per un nuovo mandato elettorale pur partendo da una posizione di indiscutibile privilegio. E’ infatti un caso più unico che raro che il Presidente uscente di un’assemblea non venga confermato per il mandato successivo. Ma tant’è… Il terremoto “grillino” ha travolto altri candidati, e Fini è solo uno dei tanti.

La lista è allungata da Rocco Buttiglione, Franco Marini (ex candidato del centrosinistra per il Quirinale), Non ce l’hanno fatta nemmeno i radicali Marco Pannella ed Emma Bonino. Fuori anche Italo Bocchino e Giulia Bongiorno, che non avrà sicuramente problemi rinunciando allo stipendio di parlamentare, potendo contare sulle entrate multimilionarie dello studio legale di cui è cotitolare (nomi eccellenti tra la clientela, dal Senatore Andreotti al “pupone” Totti). In Toscana resta fuori l’ex allenatore del Bologna, Renzo Ulivieri candidato con Sel. E non entra in Senato la candidata del Pd Anna Paola Concia., paladina dei diritti degli omosessualiche su Twitter attacca malignamente: “Entra Razzi e non io… Mi dispiace per gli abruzzesi”.

Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto entra alla Camera come miglior perdente sotto il 2%, avendo ottenuto l’1,92% dei voti. Fdi non avrà comunque senatori. Questo risultato sotto il 2% esclude dal Parlamento ‘La Destra’ di Francesco Storace, che alla Camera ha ottenuto lo 0,72%.
Restano fuori dalle Camere anche Forza Nuova, Casa Pound, Movimento Sociale Fiamma Tricolore.

Fuori dai giochi ‘Rivoluzione Civile’ del PM di Palermo Ingroia che presentandosi da sola doveva alla Camera doveva raggiunge il 4%. Ingroia si era cautelato non rassegnando le dimissioni dal ruolo di magistrato inquirente – ed anche in questo caso l’anomalia sembra possibile solo a casa nostra… – quindi per lui mal di poco. Sempre per un posto a Montecitorio correvano Ilaria Cucchi, Antonio Di Pietro (anche lui escluso eccellente per la gioia degli accademici della Crusca, che ascolteranno una lingua italiana un po’ meno sgrammaticata)Passando al Senato, si salva un po’ per il rotto della cuffia Pierferdinando Casini capolista in ben 5 regioni con ‘Scelta Civica’.

“Trombato” dopo il clamoroso autogol delle lauree anche Oscar Giannino. Ma era ovvio, giusto e doveroso.

Giulio Tremonti, capolista quasi ovunque con la Lega, ce la fa. Sel entra in Senato soltanto in due regioni superando il 4% necessario ai partiti facenti parte di coalizioni, Puglia in casa di Vendola e in Basilicata, ma fa parte della coalizione vincitrice solo nella seconda di queste regioni. In ben 5 regioni non passa lo sbarramento dell8% la lista di M1rio Monti: Lazio, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Sardegna.

Una domanda che molti condivideranno di cuore e che non deve offendere i pochi che non si trovano d’accordo: quanto ancora per mandare anche “lei” in pensione ?

fonte: LaNazione

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