LA RESA TOTALE DI MARIO MONTI: NIENTE INCARICHI IN “LISTA CIVICA”, VIVRA’ SULLE NOSTRE SPALLE…

L'Eco del Monte e del Padule 13 Aprile 2013 0
LA RESA TOTALE DI MARIO MONTI: NIENTE INCARICHI IN “LISTA CIVICA”, VIVRA’ SULLE NOSTRE SPALLE…

Voleva far passare la sua nomina a Senatore a vita e come l’imprimitur – donatogli ad hoc pochi giorni prima di imbracciare la mannaia per sanare i conti del paese…) a divenire un padre nobile dell’Italia, un personaggio fuori dagli schemi che si sacrifica in nome dei più alti valori patriottici senza nulla volere in cambio. Una sorta di “Cincinnato” 2500 anni dopo, insomma… Invece incassata una batosta elettorale da rintronare anche il più fiero incassatore, Mario Monti ha dovuto fare un notevole passo indietro non già di sua iniziativa, ma sospinto (quasi buttato giù dalla finestra) dai suoi ex compari che si erano affrettati a salire sul carro di quello che ritenevano – a torto – il vincitore. Per chi doveva essere il punto di riferimento del nuovo centro, la chiave di volta di ogni possibile gioco parlamentare è un durissimo colpo. Mario Monti è rimasto completamente fuori da tutti i giochi politici di chi dimostra di intendersene molto più di lui: travolto dal flop della sua “Lista Monti” e di “Scelta civica”, con alleati azzerati (Pierferdinando Casini e l’Udc al lumicino, Fli scomparsa anche dai sondaggi, Gianfranco Fini che è finalmente rimasto vittima dei suoi “valzer delle poltrone e delle alleanze”) e una credibilità in caduta libera.”Non mi sento un leader di partito, non è il mio mestiere”, avrebbe confessato ai suoi fedelissimi come riporta il Corriere della Sera

Fuga da Mario – E quindi? Quella del Professore sembra una resa totale: nessun incarico, niente più nome nello statuto e nemmeno nel simbolo di Scelta civica, quasi fosse (e in fondo forse lo è stato) un handicap per i moderati. Una decisione forse dettata anche da amarezza e stizza per le critiche piovutegli addosso nelle ultime settimane: non fosse bastato il magone per la bocciatura degli elettori, ci hanno pensato i suoi ministri a scaricarlo. Prima Giulio Terzi, che si è dimesso sul pasticcio del caso marò in aperta polemica con Palazzo Chigi, quindi anche il neo-piddiessinno Fabrizio Barca ha preso le distanze (“Sono gli italiani a non volerci più”). Per non parlare dei partiti, che già prima del voto facevano a gara a chi la sparava più dura sul governo tecnico, quello delle tasse dei sacrifici. “Mi avevano chiamato in soccorso…”, sospira l’ennesimo Professore della politica italiana (Fanfani a fine carriera, Prodi, adesso Monti… non sarà che l’appellativo PORTI SFIGA ???), che ce l’ha anche con la protesta congiunta contro la crisi di Confindustria e sindacati (“squallidamente a braccetto, ma non indicano come uscirne, da questa crisi”, li punge Monti).

La rabbia contro Casini – In sostanza, spiega Francesco Verderami, il povero Mario si è offeso a morte per l’intervista di Pieferdinando Casini sul Corriere della sera. Il leader Udc ha di fatto scaricato tutte le colpe su di lui. “Ma come? Mi implorarono di fare il capo della coalizione alle elezioni e adesso dicono di aver donato il sangue per me?”, s’è arrabbiato Monti, che sarebbe rimasto “allibito” leggendo le accuse di Casini. Il prof non rinuncia a ricordare i successi del suo rigore: “Stiamo uscendo dalla procedura di deficit europeo, i conti pubblici sono in ordine…”. Peccato che molti, anche nel suo partito, non lo apprezzino a sufficienza. Si sente il “capro espiatorio” e per questo farà un passo indietro. Il senso è: Vediamo cosa faranno da soli, Casini  e soci. Il problema. è che Scelta civica potrebbe perdere anche qualche fedelissimo del premier. Le voci di corridoio parlano di un movimento spaccato a metà: da una parte Andrea Riccardi, dall’altra ItaliaFutura di Luca Cordero di Montezemolo. Un altro che il suo nome l’ha tenuto volentieri fuori da statuti e simboli.

 

 

 

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