DAL RESTAURO DELLE MURA DI BIENTINA NASCE UNA NUOVA STORIA…

L'Eco del Monte e del Padule 15 Giugno 2013 0
DAL RESTAURO DELLE MURA DI BIENTINA NASCE UNA NUOVA STORIA…

LE MURA”: i Bientinesi chiamano proprio così, senza fronzoli o preamboli od orpelli linguistici. le vestigia della antica fortificazione romana presenti, secondo il Professor Giuseppe Caciagli, nel centro storico del paese fin dagli anni immediatamente successivi alla prima guerra punica (264- 241 a.C.). Fu allora che, sempre secondo Caciagli, i Romani si attestarono lungo le rive del vecchio corso dell’Arno, dando vita alle fortificazioni di Bientina, Castelfranco e Santa Croce.

Tra le particolarità della zona vi era la favorevolissima posizione logistica, data la posizione strategica che essa rivestiva fino al XVI secolo, collocata a cavallo tra l’Arno a sud ed il Cilecchio (emissario del lago di Bientina e ramo orientale dell’AUSER (il Serchio). Fu proprio in tarda età etrusca che i due bracci dell’AUSER andarono ad alimentare il lago SEXTUM che rappresentava fino alla sua bonifica (1859) il più grande specchio d’acqua di tutta l’Italia centrale.

 

I DUE LATI DEL “VOTA BOTTE” MEDICEO

Le imponenti opere idrauliche realizzate a partire dal 1500 portarono prima alla deviazione del corso dell’Arno, ed infine al prosciugamento del lago con il completamento della “vota a botte”, un’opera che permette al canale Imperiale di passare sotto l’Arno per sboccare in mare nei pressi di Livorno.

Dei luoghi originali (strade, vie di comunicazione acquatiche e relativi porti) rimangono al giorno d’oggi pochi resti, tranne una parte della cinta muraria in Bientina.

Ed è appunto una parte delle dette “mura” il tratto preso in esame per un recupero volto alla celebrazione di un passato assai più glorioso di quanto sostenuto sino ad oggi dalla storiografia ufficiale. Il tratto è posto a fronte Sud del Centro Storico di Bientina, ed attesta le sue estremità Est ed Ovest a due torri a base pentagonale di più recente costruzione.

 

VEDUTA AEREA DEL CENTRO STORICO DI BIENTINA DOPO GLI ABBATTIMENTI DEGLI ANNI ’60

Fino agli anni ’60 del secolo scorso tali “Mura” non erano visibili perchè “sommerse” dall’edificazione selvaggia fiorita a partire dal 1800 (i famosi “borghi” bientinesi, ancor’oggi rintracciabili in numerosi toponimi cittadini); negli anni ’60 un invasivo intervento di risanamento (che al giorno d’oggi qualcuno definisce “scellerato”) abbattè gran parte degli edifici ottocenteschi del Centro Storico, riportando parzialmente alla luce una sezione delle mura e una parte di storia bientinese dimenticata se non addirittura sconosciuta ai più.

I RESTI DELLE MURA (DI PROPRIETA’ COMUNALE) PRIMA DEI LAVORI DI RECUPERO

Le “mura” oggetto dei lavori di restauro sono di proprietà comunale, conseguenza del fatto che gli edifici che vi si addossavano (anzi di cui facevano parte, costituendone la parete esterna) furono acquistati anni addietro dal Comune di Bientina.

Nei mesi scorsi l’equipe dello Studio Professionale del bientinese Francesco Bandecca – che si è avvalso anche della collaborazione e della supervisione dei lavori dell’Architetto Mario Boschi della Sovrintendenza di Pisa e dell’Architetto Luca Buti del Comune di Bientina – ha ultimato le necessarie ricerche per la stesura di un progetto finalizzato ad un primo lotto di intervento ultimato lo scorso anno che ha riportato un primo tratto della cinta muraria di Bientina sotto gli sguardi dei Bientinesi.

ELABORAZIONE GRAFICA SIMULATA DELL’INTERVENTO PROGRAMMATO

Le “Mura” risultano di spessore notevole e di possenza inusitata, edificate con mattoni PIENI ciascuno dei quali misura esattamente un piede romano di lunghezza (29,6 cm.), murati a tre teste con malta pozzolana.

Ma lo spessore complessivo dell’opera (1,40 metri, con merlature a tre teste alte ben 1,90 m., con un camminamento largo 1,20 metri ed un parapetto posto all’altezza di 1 metro interposto alle merlature). Ha portato i ricercatori ad un proseguo delle indagini.

Ne è risultato che l’opera di difesa risultava munita di ben due palchi, uno superiore all’altezza delle merlature e munito di camminamento, l’altro sottostante (posto a metà altezza della cinta) e adesso non più esistente in quanto edificato in legno. E’ stata proprio la presenza di questo duplice sistema di controllo del perimetro delle mira (attestata dai segni lasciati sulle mura in perfetta corrispondenza delle feritorie che si affacciavano sull’esterno) a solleticare la curiosità della squadra di ricerca guidata da Bandecca: mai, infatti, era stata riscontrata una soluzione difensiva di questo tipo in edifici di origine medievale (non si usavano cioè doppi camminamenti come questo emerso a Bientina).

Cercando di recuperare in maniera armonica ed il più possibile aderente all’originale la costruzione, il gruppo di lavoro si è imbattuto in reperti e testimonianze che potrebbero portare alla scoperta di un’ipotesi che porterebbe ad una RISCRITTURA DEL PASSATO di Bientina, ma questa è un’altra storia di cui rendere conto in un articolo appositamente a lei dedicato…

 

PROGETTO COMPLESSIVO DI INTERVENTO. Sono apprezzabili le zone interessate ai recuperi (in giallo) ed i due differenti camminamenti di ronda mai riscontrati in altre architetture militari di periodo medievale.

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