“Era da tempo che intorno a quello specchio d'acqua giravano tanti,
troppi ragazzini. Ed era inevitabile che accadesse qualcosa di tragico,
di irreparabile. Forse solo adesso qualcosa cambierà, ci saranno dei
controlli più severi e verranno fatti rispettare i divieti di balneazione
ma Andrea non potrà più andare a fare un tuffo con i suoi amici...”
Con queste parole, incrinate dal dolore e dalla rabbia di chi ha
assistito impotente ad una tragedia sicuramente evitabile, un abitante
di Caprona, uno dei tanti che conoscevano Andrea Paolino, sedicenne
gioviale ed attivissimo residente come lui nella frazione di Vicopisano,
commenta il dolorosissimo episodio di cronaca nera accaduto ieri a
Campo, località situata a pochi chilometri da Caprona ma nel Comune
di San Giuliano terme.
Uno specchio d'acqua come ce ne sono tanti sparsi nella piana dell'Arno,
spesso creati ed alimentati dagli scavi necessari all'assemblaggio di
mattoni e laterizi, spesso teatro di tante altre tragedie assimilabili a
quella che ha colpito troppo duramente la famiglia di Andrea.
Ed è proprio la torbidezza dell'acqua a causa del fondo argilloso del “cavo”
ad aver giocato un ruolo decisivo nell'impossibilità di soccorrere Andrea.
Nel pomeriggio di ieri (mercoledì 19 giugno), quando Andrea ed alcuni
amici avevano deciso di andare a fare un tuffo nel laghetto, nessuno poteva
pensare che quella che sembrava una semplice “scampagnata con bagno”
si sarebbe tramutata in tragedia.
Andrea è scomparso mentre stava cercando di raggiungere alcuni compagni
su un isolotto a circa 30 metri dalle sponde del lago. Avrebbe anche
immediatamente chiamato soccorsi, ed avrebbe provato a restare a galla
con tutte le sue forze (Andrea era un discreto atleta seppur non esperto nel
nuoto, militava infatti nella formazione di calcio giovanile della “Polisportiva
Casarosa" di Fornacette dove si era accasato da un paio d'anni dopo diverse
stagioni in forza al NavacchioNavacchio FC”), ma l'acqua era troppo
limacciosa e profonda per poter aiutare il giovane.
Un malore, una sbadatezza, una semplice disattenzione, la sopravvalutazione
dellle proprie capacità (fatto assai frequente negli adolescenti e terribilmente
“ingannevole”...), una corrente d'acqua traditrice... Le ipotesi alla base del
dramma sono le più varie, ma i sommozzatori hanno spiegato che l'acqua
del “laghetto” artificiale presenta la sinistra caratteristica di avere una
temperatura molto elevata (circa 20/22 gradi) in superficie, mentre solamente
da una profondità di 30 centimetri in giù (ed il lago è profondo in alcuni punti
anche 10 metri) è letteralmente gelata, capace di intorpidire i muscoli in pochi
secondi. Alcuni testimoni dicono che il gruppetto di ragazzi di cui Andrea
Paolino faceva parte avesse mangiato qualcosa poco prima della tragedia,
ma sarà comunque l'autopsia a stabilire con certezza le cause della morte
del giovane.