UN COLLIRIO RISALENTE A 2200 ANNI FA “RIPESCATO” IN UN RELITTO NEL GOLFO DI BARATTI. LA PRESENTAZIONE DELL’INCREDIBILE SCOPERTA DOMANI A PALAZZO VECCHIO (FI)

L'Eco del Monte e del Padule 11 Giugno 2013 0
UN COLLIRIO RISALENTE A 2200 ANNI FA “RIPESCATO” IN UN RELITTO NEL GOLFO DI BARATTI. LA PRESENTAZIONE DELL’INCREDIBILE SCOPERTA DOMANI A PALAZZO VECCHIO (FI)

Mercoledì 12 giugno a Palazzo Vecchio, Sala de’ Dugento, una giornata di studi

dedicata all’antico medicamento ritrovato nel relitto navale del Pozzino (Baratti – Livorno).

 Unicamente in questa occasione sarà possibile vedere le “pastiglie” di medicinale, in una apposita teca

Sarà esposto inoltre il resto del contenuto della “valigetta” del medico che viaggiava sulla nave.

LE “COMPRESSE” DELL’ANTICO MEDICAMENTO

Potrebbe essere il collirio più antico del mondo quello ritrovato nella “cassetta” del medico che viaggiava sulla nave naufragata nel Golfo di Baratti oltre 2000 anni fa. Quel che è certo è che si tratta di una scoperta unica in Italia e del secondo caso al mondo in cui è stato possibile caratterizzare un farmaco tanto antico.

Mercoledì 12 giugno 2013, a partire dalle 9.30, il prezioso medicamento sarà esposto in Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze, in occasione di una giornata di studi dal titolo:

Il collirio di Plinio. L’eccezionale ritrovamento nel relitto navale del Pozzino

promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. I lavori avranno come moderatore Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva, prima grande rivista italiana di divulgazione archeologica fondata nel 1982 dallo stesso Pruneti. La giornata di studi avrà luogo nella Sala de’ Dugento: per l’occasione il contenuto della cassetta del medico del relitto del Pozzino, attualmente custodito presso il Museo Archeologico del Territorio di Populonia (Piombino) sarà eccezionalmente esposto al pubblico.

Non è un caso se questa scoperta è avvenuta a Baratti – sottolinea il Presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani, che presenzierà alla giornata di studi – in quanto ha rappresentato per secoli uno dei principali snodi mercantili della Toscana, come testimoniato anche da uno degli affreschi del ciclo del Salone dei Cinquecento, proprio a Palazzo Vecchio”.

Battezzato il “collirio di Plinio”, in onore a Plinio il Vecchio che aveva descritto un simile preparato nei suoi scritti, la scoperta dei componenti dell’antico medicinale ha in breve tempo fatto il giro del mondo, sollecitando l’attenzione dei media, non solo del mondo scientifico.

La storia, infatti, è di quelle in grado di affascinare le menti di scrittori e sceneggiatori. Le “compresse” sono state rinvenute nel bagaglio di un medico che viaggiava lungo le coste del Mediterraneo su una nave naufragata nel II secolo a.C. nelle acque del Golfo di Baratti (sito dell’antica città etrusca Pupluna, Populonia – Livorno). 

A custodire per oltre 2200 anni il medicinale è stato un contenitore di stagno – una “pisside” -, mantenutosi sigillato all’interno del relitto navale del Pozzino portato alla luce, sotto la direzione di Antonella Romualdi, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, guidata ora da Andrea Pessina.

LA “PISSIDE” CONTENENTE IL PREPARATO OFFICINALE.

Spesso si fa l’errore di considerare come beni da tutelare soltanto le anfore, gli oggetti di uso comune e altri reperti di facile identificazione – afferma il Soprintendente Pessina – mentre questa ricerca dimostra invece che c’è molto di più. Grazie ad analisi come questa è infatti possibile ampliare lo spettro dei beni da tutelare ed aprire una finestra su altri aspetti e altri campi, finora meno esplorati. Tutto ciò è stato possibile grazie alla sinergia instaurata tra gli archeologi, anche quelli del Nucleo di archeologia subacquea (il più importante a livello ministeriale), il Laboratorio di analisi e il Centro di restauro, strutture di eccellenza che operano all’interno della Soprintendenza. Ringrazio, infine, gli Enti e le Aziende che hanno contribuito alla realizzazione di questa giornata di studio”.

A completare la “valigetta” dell’antico medico sono stati rinvenuti anche 136 piccoli flaconi di legno di bosso, numerose altre pissidi in stagno, un mortaio in pietra, uno strumento chirurgico in ferro e una campana in bronzo, probabilmente usata per praticare salassi.

I FLACONI IN LEGNO DI BOSSO

Esperti e tecnici racconteranno le fasi della scoperta del collirio e le sue implicazioni sulla medicina moderna. Oltre al contributo dei ricercatori della stessa Soprintendenza e delle Università di Firenze e Pisa coinvolti nel ritrovamento e nell’analisi delle compresse, infatti, è previsto l’intervento di studiosi della storia della medicina antica e di rappresentanti di SIFI, Società Industria Farmaceutica Italiana, quest’ultima in qualità anche di sponsor del convegno.

Oltre al contributo di SIFI, la giornata è stata possibile grazie all’apporto di FEI, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Perkin Elmer, Tecsette, Ordine dei Chimici della Toscana, Isopad e Ivalsa – CNR.

L’iniziativa è patrocinata da Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Firenze. Per il Comune di Firenze sarà presente il Presidente del Consiglio Eugenio Giani, mentre per la Regione Toscana parteciperà la Dott.ssa Elena Pianea (Assessorato Cultura e Turismo). Sarà presente inoltre il Presidente dell’Amat (Associazione Musei Archeologici Toscani) Paolo Becattini, già assessore alla Cultura del Comune di Fiesole.

Fonte: Soprintendenza dei beni archeologici Reg. Toscana

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