OGGI E’ IL GRAN GIORNO DEL PALIO DI BIENTINA: ALLE 18 GIU’ IL CANAPO, E… VINCA IL MIGLIORE !

L'Eco del Monte e del Padule 21 Luglio 2013 0
OGGI E’ IL GRAN GIORNO DEL PALIO DI BIENTINA: ALLE 18 GIU’ IL CANAPO, E… VINCA IL MIGLIORE !

Oggi a Bientina è giorno di Palio. Il gran giorno che centinaia – per non dire migliaia – di persone attendono da un anno; chi nel tentativo di strappare ai “rivali” lo scettro del predominio paesano (i più, tutti coloro che lo scorso anno uscirono battuti dalla terra battuta di piazza Vittorio Emanuele), chi per imporre per altri dodici mesi la propria supremazia “sportiva” (i contradaioli del “Centro Storico”).

Chi scrive, ammette candidamente di non essersi mai considerato un fervente appassionato di questo tipo di manifestazioni, almeno fino a poco tempo fa.

Ma coinvolto da un legame di amicizia e di stima con una cara persona alla quale sentiva di dovere almeno questa cortesia, si è lasciato coinvolgere dal meccanismo dell’evento (solamente come consulente, perchè il 99,9% del lavoro era già stato brillantemente svolto dai tanti ragazzi e ragazze volontari, cui vanno i miei personali complimenti…), fino a divenire, se non proprio un infuocato e partigiano sostenitore della propria contrada (di cui, per decenza, non sveleremo il nome, ma “il mondo è piccolo, e Bientina ancor di più” quindi non crediamo che rimarrà a lungo un segreto scoprire quali siano i nostri colori…), un ATTENTO OSSERVATORE della manifestazione.

Essendo un “bientinese adottivo” (le ragioni del cuore mi hanno portato a risiedere nel paese di San Valentino nel lontano 1997; dapprima nella scomparsa contrada di “Vicinaia”, scomparsa la quale la zona dove abitavo fu cooptata dal Villaggio, sino al mio trasferimento presso l’attuale residenza), all’inizio della mia avventura bientinese mal digerivo gli entusiasmi degli allora pochi “malati di palio”, in effetti guardati un po’ come degli eccentrici dalla gran parte degli altri bientinesi.

LA SFILATA STORICA DI SABATO SCORSO

C’è da dire che a quei tempi il “Palio di San Valentino” era una creatura ancor giovane, nata da pochi anni per volontà di un gruppo di appassionati alle manifestazioni popolari e forse non ben compresa dai più.

Ma proprio la costanza di quell’originario pugno di pionieri, il loro impegno sempre profuso senza risparmio, la loro genuinità trasparente finanche nelle esternazioni e manifestazioni più eclatanti di  passione spontanea, hanno fatto sì che i bientinesi di oggi, i giovani nati dagli anni ’90 del secolo scorso in poi, si ritrovino a “respirare aria di Palio” fin dai primi vagiti.

Certo, qui a Bientina non siamo ancora giunti agli eccessi senesi, dove non è raro imbattersi in casi di giovani coppie “contradaiole” fino al midollo che si sobbarchino finanche viaggi transcontinentali per far sì che il figlio (o la figlia) in arrivo possa nascere “in contrada”, per prendere la via del ritorno verso la loro patria adottiva una volta avvenuto il lieto evento; ma sono questi degli esempi dettati dalla “vetustà” del Palio di Siena, dal peso di una tradizione iniziata nel XIV secolo… irraggiungibile per Bientina e gli altri Palii eponimi sparsi per tutta la penisola almeno per qualche altro secolo…

I PREPARATIVI PER LA PIAZZA

Forse la nostra posizione particolare, quella di osservatore esterno (e non ci vergogniamo ad ammettere anche un pochino “snob”, almeno sino a pochi anni fa…), può favorirci nel registrare la straordinaria crescita della manifestazione per quanto riguarda il coinvolgimento popolare (strettamente collegato agli sforzi sempre preziosi e proficui dei promotori del Palio).

E’ ormai divenuta consuetudine a Bientina osservare i giovani passeggiare tranquillamente ostentando i colori della propria contrada. Esibendo foulards, magliette, t-shirts o cappellini; nei giorni immediatamente a ridosso della “disfida”, ovvero quelli a cavallo della metà di luglio di ogni anno, anche dipingendosi volto e pari del corpo di nero-blu, giallo-rosso, bianco-verde… (cito questi accostamenti cromatici a casaccio, senza nessun secondo fine, simpatia o preferenza; lo giuro…). Il sintomo che ormai Bientina ha accettato la passione per il Palio è l’abitudine che anche i bientinesi più maturi – e coinvolti nella manifestazione solamente negli ultimi anni del loro percorso – NON SI MERAVIGLINO PIU’ di questa serena manifestazione di appartenenza all’una o all’altra fazione cittadina.

IL RETTIFILO OPPOSTO AL TRAGUARDO

Un esempio che mi ha toccato da vicino è accaduto pochi giorni fa, quando, accompagnando il mio “bimbo” quattordicenne in contrada – ahimè, come rimpiango i tempi in cui noi ragazzi potevamo tranquillamente attraversare le strade del paese senza il timore di fare incontri nefasti o rischiare di essere travolti da qualche folle e criminale Schumacher improvvisato -. Quasi arrivati a destinazione, il mio “bambinone” si gira allarmato e mi fa:

Babbo, torna subito a casa, chè mi sono scordato una cosa importante !”

Non che il tragitto sia lungo (un chilometro al massimo), ma tornare indietro, attendere che il bimbo trovasse la non specificata “cosa” nel marasma di camera sua, ripercorrere daccapo le poche centinaia di metri, rientrare a casa e ritrovare la concentrazione per rimettersi al lavoro… tutto sotto il sole cocente di metà pomeriggioe la temperatura infuocata prossima ai 40°… Beh:

Che cosa ti sarai mai dimenticato ? Se devi sempre pagare la consumazione di ieri, ci penso io…” replico di rimando nel tentativo di risparmiarmi un’ulteriore “corsa” da taxista.

No Babbo. E’ importante: riportami a casa, ce l’ho sul comodino, non posso andare in contrada senza…”

Ma cosa sarà mai, per Dio ? Le scarpe ce l’hai, i pantaloni pure… se vuoi 2/3 €uro per bere dopo la partitella, te li do io..!”

No Babbo. Portami a casa. Mi sono scordato il “foulard” della Contrada !”

Di fronte a certe manifestazioni di attaccamento, giù il cappello. Siamo tornati a casa, il “bimbo” ha preso il foulard, ed è andato tranquillo ed orgoglioso dei propri colori a giocare con gli amici.

E’ soprattutto da questi singoli ed apparentemente insignificanti episodi che si nota la crescita esponenziale che il Palio di Bientina ha avuto negli ultimi tempi. Oserei dire che sta insita nell’anima umana la continua ricerca di valori saldi a cui attaccarsi, e forse il Palio e tutto ciò che lo circonda (la sfilata storica, l’attività contradaiola, l’aggregazione…) possono rappresentare un valore aggiuntivo da dare ai giovani; ma qua si entrerebbe in temi sociologici che esulano dal fine di questo articolo e devono essere affrontati in sede appropriata…

Poche righe per sottolineare ancora una volta quanto l’attesa delle 18:00 di oggi pomeriggio sia realmente attesa da un anno. Se le procedure di sorteggio e di schieramento in piazza non presenteranno intoppi sarà allora che il mossiere Renato Bircolotti da Castiglion Fiorentino farà cadere il canapo per la prima delle due batterie di semifinale, ed allora sarà la terra di Piazza a far gioire o bestemmiare le migliaia di bientinesi che saranno accorsi in ad acclamare i loro beniamini ed alfieri.

Sarà altrettanto importante attenersi alle più elementari regole di civiltà: senza prendere a pessimo esempio intemperanze riproposteci anche recentemente in TV, tifo (anche sfrenato) sì, teppismo ed offese fisiche NO.

Questa sera una contrada esulterà, le altre otto saranno deluse e chiuse in cupo mutismo, ma dalla settimana prossima tutti sotto a lavorare per un’edizione del Palio di San Valentino 2014 ancora più bella.   

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