UNA LETTERA FIRMATA DENUNCIA IL “PROFONDO MALESSERE” DI HA SUBITO FURTI IN CASA. BUTI ERA UN’OASI DI PACE E TRANQUILLITA’, PERCHE’ ADESSO NON E’ PIU’ COSI’ ?

L'Eco del Monte e del Padule 12 Luglio 2013 2
UNA LETTERA FIRMATA DENUNCIA IL “PROFONDO MALESSERE” DI HA SUBITO FURTI IN CASA. BUTI ERA UN’OASI DI PACE E TRANQUILLITA’, PERCHE’ ADESSO NON E’ PIU’ COSI’ ?

E’ una lettera accorata inviataci da un lettore che ci spinge a pubblicare una nota su un argomento “spinoso” e quanto mai delicato come la Sicurezza; lo sfortunato lettore (di cui taceremo l’identità) informa circa la sua esperienza di vittima dei ladri, lamentando l’impotenza degli onesti cittadini di fronte al fenomeno:

Abito nel Seracino ormai da 25 anni, e assicuro che la felicità nel risiedere in questi luoghi tranquilli, serafici e talvolta così lontani dalle frenesie del XXI secolo non ha eguali.

Ma ormai sono troppe le presenze “straniere” nella nostra meravigliosa Buti e dintorni, e non a caso i picchi di delinquenza si sono acuiti fino al punto da far temere a molti per la propria stessa incolumità fisica (proprio a Cascine di Buti nel novembre scorso due coniugi furono legati, imbavagliati, malmenati e derubati…).

Io stesso sono stato vittima di due diversi episodi di furto in appartamento, e le forze dell’ordine, in confidenza e per vie non ufficiali, mi hanno confermato ciò che da tempo si vocifera ormai per tutto il circondario: gli autori dei furti, delle rapine, dei così comuni atti di delinquenza, episodi a cui noi butesi non siamo abituati ne’ mai ci abitueremo, NON SONO BUTESI, ma “stranieri”, cioè provenienti a Buti da altre località apposta per delinquere.

Le autorità si preoccupano giustamente di promuovere l’immagine di Buti agli occhi del mondo attraverso iniziative di tutto rispetto, in qualche caso veramente coinvolgenti e di innegabile successo, ma l’amarezza dei torti subiti mi fa pensare che l’Amministrazione possa fare molto di più per salvaguardare la sicurezza di noi butesi e delle nostre proprietà.

L’amaro pensiero che sfiora il sottoscritto e tanti altri cittadini con cui ho avuto un confronto negli ultimi tempi, è che nonostante gli sforzi delle Autorità, dei cittadini, e di tutte le forze associative e produttive del territorio, Buti ed il suo Comune abbiano iniziato a farsi “un nome” in ragione della sua floridezza come “terreno di caccia” per i malintenzionati, anziché come oasi di tranquillità dove spendere qualche ora o giorno alla ricerca di eventi di impatto culturale o turistico.

Dico questo per la coincidenza tra gli ultimi colpi messi a segno nella zona: raid veloci, quasi a colpo sicuro, effettuati da bande composte da pochi sbandati di giovane età a volto scoperto (quindi certi del loro anonimato); spesso non ripagati dall’entità di quanto sottratto (a Buti e dintorni non esistono “Paperoni” di sorta…), questi rapinatori “da due soldi” sembrano accontentarsi di un misero bottino, del resto bilanciato dalla quasi totale assenza di rischi nella realizzazione del colpo…

Ma i delinquenti che compiono certe prodezze non si rendono conto che il danno da loro provocato non si ferma all’entità della refurtiva, ma mina nel profondo le poche certezze di chi vive a Buti da una vita e si sente profondamente inserito nel tessuto di questo piccolo ma meraviglioso paese.

Che senso avrebbe, mi chiedo, investire quanto abbiamo di più caro, tutte le energie di una vita intera, forze fisiche, intellettuali ed economiche, per poi vedere vanificato il tutto per la mancanza di tutela e l’impotenza di chi dovrebbe salvaguardare i giusti diritti degli onesti lavoratori ? Nessuno, è ovvio… Ecco perciò che se togliamo al nostro territorio anche quell’aura di tranquillità di cui esso gode, la fama di paese forse sonnacchioso in apparenza ma vitale nella realtà, più nessuno vorrà trasferire a Buti i propri interessi e le proprie attività.

Questo è un semplice sfogo dettato forse dal senso di profondo malessere di chi ha subito due furti consecutivi senza che gli investigatori abbiano “cavato un ragno dal buco”, ed è triste – a ben pensarci – che solamente dopo essere passato attraverso questa esperienza ci si preoccupi di rivolgere un grido d’allarme. Ma tutto questo fa parte dell’animo umano; il pensare “a me non succederà mai” è purtroppo un bagaglio di ottimismo che talvolta sfora nell’incoscienza, e spesso dall’incoscienza al “menefreghismo tout-court”, il passo è molto breve.

Ecco perchè sono a richiedere che chi di dovere, legittimo rappresentante dei cittadini butesi, si interessi anche a queste questioni, che potranno essere scomode e magari “politicamente scorrette”, ma di vitale importanza per chi vive a Buti da sempre e vuole continuare mantenere questa stupenda comunità un oasi accogliente anche per i propri figli e nipoti”.

Buti, 10 luglio 2013 Lettera firmata

LA SCUOLA ELEMENTARE DI CASCINE, ANCH’ESSA VITTIMA DI UN FURTO NEL MAGGIO SCORSO

 

2 Comments »

  1. Dante Monastra 10 Luglio 2013 at 19:05 - Reply

    Mi unisco allo sfortunato che ha pubblicato l’ accorato appello…ma a chi ? Sono anni che vivo nel terrore, isolato in campagna, ma comunque ho dei buoni e sinceri amici a quattro zampe, ma poichè non si sa mai…sto all’erta, armato, se dovessi scapparci il morto…farò il possibile affinchè non sia io..

  2. paolo bandecca 11 Luglio 2013 at 00:57 - Reply

    prendo atto di quanto espresso in questa lettera. Quello che all’apparenza può sembrare un seplice sfogo per uno o più torti (furti) subiti, in realtà è il polso battente della comunità locale. Come tutte le pulsazioni si può rilevare oppure si può lasciarla “sfogare”, a vuoto. Per quanto mi riguarda e per quello che rientra nelle mie possibilità e competenze, prendo impegno affinchè il grido d’allarme non cada a vuoto.

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