UN INTERO BORGO NEI PRESSI DI BUTI IN VENDITA AI CINESI. C’E’ IL RISCHIO DI LASCIARSI SFUGGIRE UN’OCCASIONE E PERDERE L’IDENTITA’

L'Eco del Monte e del Padule 1 Ottobre 2013 1
UN INTERO BORGO NEI PRESSI DI BUTI IN VENDITA AI CINESI. C’E’ IL RISCHIO DI LASCIARSI SFUGGIRE UN’OCCASIONE E PERDERE L’IDENTITA’
Un pezzo di Buti in vendita, e con esso una fetta di storia del territorio che 
rischia di finire in mani straniere. “Niente di nuovo sotto il sole”, se non fosse 
che la vendita di un intero Borgo 700esco non fosse finita sul mercato del 
lontano oriente. Un articolo apparso questa mattina su “La Nazione” riferisce 
della presenza in rete da qualche tempo del sito www.vendereaicinesi.it 
interamente dedicato alle offerte ai nuovi “Paperoni” dagli occhi a mandorla. 
Ma ma il Borgo di Cintoia situato a pochi chilometri da Buti, parte di quella 
Valle di Badia già nota per l'incantevole paesaggio e posizione, rappresenta 
un serbatoio di storie e tradizioni tale da non poter essere svenduto a 
chicchessia. “Lo sappiamo bene” confessa il proprietario raggiunto 
telefonicamente ”Purtroppo l'andamento dell'economia non è affatto 
tranquillizzante per poter giustificare un intervento di recupero oltremodo 
gravoso per gli ovvii vincoli imposti dalle autorità”. Vincoli già previsti 4 anni 
or sono (quando gli attuali proprietari acquistarono in massa il terreno di 
oltre 3,6 ettari con le relative strutture) “Tra gli edifici figura una cappella un 
tempo parte di una Chiesa del tutto simile alla Basilica di San Piero a grado 
(caposaldo del romanico-pisano e unica costruzione sacra con la presenza 
di tre absidi)” dice Francesco Bandecca, responsabile con il suo studio dei 
lavori di recupero e profondo conoscitore della storia locale. “Le origini del 
centro affondano nell'alto medio evo: dapprima baluardo goto, poi longobardo 
e con la costruzione della Chiesa testè citata ed ora non più esistente, tappa 
fondamentale di quel tratto di via Francigena che da Lucca non proseguiva 
verso Altopascio e Fucecchio per raggiungere Monteriggioni, ma passava 
da Castelvecchio, Bientina, e Castelfalfi. La Chiesa di Cintoia, prima di 
essere smontata pietra su pietra in epoca 800esca - in previsione del 
prosciugamento del lago Sextum - era sopravvissuta a tre diverse distruzioni 
perpetrate da eserciti nemici”. Ancor oggi non è dato conoscere l'effettiva 
estensione dell'abitato, ma certamente non doveva trattarsi di poca roba 
se è vero che “il villaggio si estendeva da Cintoia fino a Castell'arso” precisa 
il Geometra Bandecca “località posta a diverse centinaia di metri dal 
tracciato della via 
Romea (o Francigena) che ne costituiva il limite settentrionale”. Il toponimo 
di Castell'arso tradisce quanto emerge dalle ricerche effettuate da Francesco 
Bandecca: “Castell'arso, distrutto e “bruciato” da quel Castruccio Castracani 
scomunicato ne 1327 per questa ed altre imprese contrastanti il potere 
temporale della Chiesa”. 
Potremmo andare ben oltre nel riportare l'enorme patrimonio culturale che 
abita in questi luoghi, tanto che la domanda sorge spontanea: sapranno i 
potenziali clienti cinesi, valorizzare e rispettare quanto acquistato grazie al 
loro prepotente strapotere economico ? 

VEDUTA AEREA DEL BORGO



										
					

One Comment »

  1. dante 1 Ottobre 2013 at 22:29 - Reply

    Dovremmo essere contenti, intanto perchè non porteranno via nulla e senz’altro sarà restaurato ..altrimenti finisce tutto “all’italiana”… sono soltanto gli stranieri che stanno salvando , restaurando tutto il patrimonio contadino e altre strutture ,testimonianze di un passato che altrimenti sarebbe distrutto..dall’incuria e dell’abbandono

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