“VALDERA SPORTIVA PER TUTTI” FA TAPPA A BIENTINA. LA SCHERMA DI “SCHERMA VALDERA” PROTAGONISTA DELL’APPUNTAMENTO.

L'Eco del Monte e del Padule 8 Ottobre 2013 0
“VALDERA SPORTIVA PER TUTTI” FA TAPPA A BIENTINA. LA SCHERMA DI “SCHERMA VALDERA” PROTAGONISTA DELL’APPUNTAMENTO.

Nella mattina di martedì la Palestra Comunale di Bientina è stata teatro di “Valdera Sportiva per Tutti”, appuntamento annuale nell’ambito delle molteplici iniziative dell’Unione Valdera teso ad avvicinare i giovani in età scolastica ai valori tipici di quelle discipline sportive cosiddette “minori”. Stavolta è toccato alla Scherma recitare il ruolo di indiscussa protagonista: “Abbiamo colto l’occasione offertaci dalla scuola “Scherma Valdera” che nelle sue sedi di Pontedera e di Navacchio porta avanti un programma che sembra fatto su misura per la nostra iniziativa itinerante” dice Fabio Tedeschi, Sindaco di Lajatico e delegato allo Sport per l’Unione dei Comuni “Il fine ultimo di “Valdera Sportiva per tutti” è quello di valorizzare gli sport spesso dimenticati dalle luci della ribalta, e di far passare il fondamentale messaggio che tutti, a prescindere dalla condizione sociale o dalle caratteristiche fisiche, possono fare sport”. Nel caso di “Scherma Valdera” una particolare sezione della società ha intrapreso il percorso denominato “Scherma al buio” appositamente studiato per ragazzi non vedenti o ipovedenti.

“La valenza dell’appuntamento era appunto quella di mostrare le opportunità offerte dalla scherma” continua Tedeschi “Insieme a Francesco Sangiovanni e Roberto Niccoli (assessori allo sport dei Comuni di Calcinaia e di Bientina), abbiamo convocato ben 7 classi delle scuole elementari, ed i piccoli hanno dimostrato di aver recepito il messaggio con entusiasmo”. L’organizzazione ha usufruito del supporto fondamentale dello staff tecnico di “Scherma Valdera”, facendo trascorrere ai ragazzi alcune ore di sano divertimento non esclusivamente fine a se’ stesso, ma portatore di valori difficilmente riscontrabili in discipline più popolari, più ricche ma anche, inevitabilmente, più “commerciali” e distanti dai sani ideali dello sport. 

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