IL “KILLER DELL’OLIVO” PUGLIESE METTE PAURA ANCHE AGLI OLIVICOLTORI TOSCANI ?

L'Eco del Monte e del Padule 9 Novembre 2013 0
IL “KILLER DELL’OLIVO” PUGLIESE METTE PAURA ANCHE AGLI OLIVICOLTORI TOSCANI ?

Gli estesi e rapidi essiccamenti della chioma degli olivi diffusisi da un paio di anni a questa parte a partire dal Salento per poi estendersi anche ad altre regioni produttrici, allarma non poco anche i produttori della nostra zona per le caratteristiche della malattia della pianta (la comparsa improvvisa di ampi disseccamenti a “pelle di leopardo” sulla chioma dell’olivo fino al collasso dell’intero fusto). I primi studi svolti dall’Università Aldo Moro di Bari e dalla Unità Operativa di Bari dell’Istituto di Virologia Vegetale hanno indotto a pensare che le forti preoccupazioni di agricoltori ed addetti del settore potessero essere giustificati e che gli allarmismi dei titoli di giornale (“X. Fastiosa killer degli olivi …”, “Olivi in quarantena per il batterio killer“; “Identificato il killer degli olivi”, ecc…) traessero spunto da un’impotenza manifesta delle autorità di fronte ad una sorta di “piaga biblica”.

IN REALTA’ LA SITUAZIONE E’ SOTTO CONTROLLO, in quanto si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di X. Fastiidiosa (il batterio responsabile degli essiccamenti pugliesi) appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo. Di ciò è stata data notizia al Servizio Fitosanitario Regionale ed al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e se ne è parlato, sembrerebbe invano, nei numerosi incontri con tecnici ed agricoltori che si sono tenuti nelle zone colpite.

In conclusione, non vi sono al momento elementi che facciano ritenere X. Fastidiosa come l’agente primario del disseccamento rapido dell’olivo. Essa è verosimilmente coinvolta nel quadro eziologico come compartecipe. E’ quanto si vuole accertare attraverso l’isolamento (in corso) in coltura pura del batterio, che ne consenta la definitiva ed incontrovertibile identificazione e permetta la conduzione di prove di patogenicità che possano una volta per tutte accertarne il comportamento su olivo. A ciò si aggiunga la ricerca dei possibili vettori, anch’essa in effettuazione.

In attesa delle risultanze degli studi in corso, che permettano la formulazione di un piano di contenimento e di lotta, si è suggerita al Servizio Fitosanitario Regionale l’adozione di interventi da intraprendere con immediatezza per: (1) delimitare l’area contaminata, (2) identificare una zona tampone; (3) bloccare la movimentazione di piante e di materiali di propagazione nelle e dalle zone considerate.

UN TIPICO ULIVO SECOLARE DEL SALENTO

FONTE: GEORGOFILI.INFO (articolo di Giovanni P. Martelli)

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