“LA SQUADRA DEL MONCO” DI VICOPISANO: “SE IL NOSTRO MONTE FA INVIDIA E’ ANCHE PER MERITO NOSTRO !”

L'Eco del Monte e del Padule 11 Gennaio 2014 4
“LA SQUADRA DEL MONCO” DI VICOPISANO: “SE IL NOSTRO MONTE FA INVIDIA E’ ANCHE PER MERITO NOSTRO !”
La visita alla “Squadra del Monco” (il gruppo venatorio di 
Vicopisano forte di 70/80 iscritti) ci ha stupito non poco, 
facendoci scoprire una realtà ben diversa dallo stereotipo 
del cacciatore “irrispettoso e prepotente”. Abbiamo trovato 
un ambiente cordiale, con la prima ed inaspettata sorpresa 
palesatasi sotto le parvenze di due graziose fanciulle 
agghindate a mo' di marines (anfibi, mimetica e giaccone); 
solo la spiegazione di Roberto Panicucci, storico 
rappresentante dei “Robin Hood” vicaresi, ci ha illuminato: 
“Sono due studentesse in Veterinaria. Collaboriamo con 
l'Università ad un censimento delle specie presenti sul 
Monte e sul loro stato di salute” spiega Roberto “Oggi 
(sabato 21 dicembre, ndr) era in programma una battuta di 
caccia al cinghiale, e le due ragazze si sono unite a noi 
fin da stamani per effettuare i necessari prelievi sui capi 
abbattuti; ecco il perchè dell'abbigliamento, dovendo 
seguire la squadra nei suoi spostamenti era assolutamente 
necessario che tenessero il nostro passo...”. 

ROBERTO PANICUCCI E MARCO GHEZZANI


Il fatto che l'Ateneo si avvalga della “consulenza” della 
“squadra del Monco” è di per se' significativo, ma Luigi 
Luperi va oltre: “Certamente, le “mele marce” esistono 
ovunque” premette “e un cacciatore che non si attiene 
alle severissime norme vigenti, fa notizia molto più dei 
tanti che vivono la caccia entro le regole. Il nostro 
credo è sempre stato quello di vivere il Monte nella sua 
totalità, tanto che ogni volta che sento definire “sport” 
la nostra attività mi prende un irrefrenabile 
moto di fastidio. La caccia (quella praticata secondo le 
regole e con coscienza) è una vera passione, un 
“modus vivendi” tout court”. Stupisce trovare personaggi 
che si destreggiano tra latino e francesismi con la stessa 
disinvoltura con cui imbracciano una doppietta, ma Marco 
Ghezzani (presidente del gruppo F.I.C. di San Giovanni alla 
Vena), aggiunge: “La caccia rappresenta solo il 20% di ciò 
che ci occupa. 


LUIGI LUPERI, STEFANO CINACCHI, IVANO PRATALI



Il calendario venatorio sottintende che il 
nostro tempo sia impiegato per 7/9 mesi all'anno in altre 
attività: custodia del territorio, pulizia del sottobosco, 
prevenzione antincendio, ripopolamento...” Interviene nella 
discussione Stefano Cinacchi, residente a Torre del lago ma 
vicarese d'adozione: “A chi alimenta polemiche fini a sé 
stesse diciamo che il Monte Pisano è l'unica oasi 
naturalistica nell'intera Italia peninsulare dove la pernice 
si riproduce spontanemaente e non in cattività, motivo di 
vanto e di orgoglio per chi ama la Natura come 
la amiamo noi...”

4 Comments »

  1. Giampiero Nesti 3 Gennaio 2014 at 16:32 - Reply

    Ho sempre sostenuto e sostengo tutt’ora che i cacciatori (quelli che hanno la passione nel sangue) sono i veri custodi e i veri cultori del nostro monte. Da amministratore mi sono sempre battuto per sostenere questo, ho avuto anche delle denunce da parte degli “ambientalisti” e degli “animalisti” ma se non si conoscono le persone non si possono giudicare solo per ideologia, ci sono più ambientalisti veri tra i cacciatori che tra i cosi detti ambientalisti di nomina! Mi fa piacere leggere che le pernici continuano a riprodursi spontaneamente, il progetto pernici fu da me condiviso con l’ATC e immettemmo una decina di coppie diversi anni fa, e fu questo uno dei motivi della prima denuncia da parte delle opposizioni del momento. I fatti mi hanno dato ragione e oggi il nostro monte si vanta di essere uno dei pochi posti dove la pernice si riproduce. Alla “squadra del monco” e in particolare all’amico roberto Panicucci un grazie per tutto quello che fa per il nostro territorio. Giampiero Nesti

  2. Silvia Marraccini 5 Gennaio 2014 at 11:14 - Reply

    SERVONO APPUNTO QUESTE SVIOLINATE PERCHE’ LA REALTA’ E’ BEN DIVERSA E LA LEGGIAMO TUTTI I GIORNI SUI GIORNALI ( 56 VITTIME PER INCIDENTI DI CACCIA DA SETTEMBRE 2013 A DICEMBRE 2013 ); PER NON PARLARE DELLE PERSONE CHE SUBISCONO PREPOTENZE E NON NE POSSONO PIU’.

    • L'Eco del Monte e del Padule 5 Gennaio 2014 at 20:05 - Reply

      Le “sviolinate” come le chiama la cara amica non ci (mi) appartengono, tutt’altro. Chi ci (mi) conosce lo sa. Si tratta solamente di dare spazio anche a coloro che vivono entro le regole e rispettano chi frequenta il monte ed il suo territorio. Gli incidenti di caccia ci sono e ci saranno sempre, ma ci sono anche gli incidenti stradali (molto più frequenti). Dovremo tornare tutti a spostarsi con il cavallo (quando va bene) ?

  3. SILVIA MARRACCINI 6 Gennaio 2014 at 00:20 - Reply

    Io sono una escursionista che frequenta il monte, più volte ho rischiato la vita trovandomi all’improvviso tra gli spari dei cacciatori, tanto che non frequento più il monte nel periodo venatorio; Parlando con le persone che abitano sul monte ho capito che vivono in una specie di coprifuoco che dura 5 mesi, quasi metà dell’anno. Per gli incidenti stradali hanno appena approvato la nuova legge che stabilisce il reato di “omicidio stradale”, cosa che per la caccia non esiste. La macchina la guidiamo tutti perchè è indispensabile con la vita di oggi. Il fucile lo è altrettanto? La caccia è un divertimento che serve a pochi ma condiziona la vita di tanti.
    Silvia Marraccini

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