La visita alla “Squadra del Monco” (il gruppo venatorio di
Vicopisano forte di 70/80 iscritti) ci ha stupito non poco,
facendoci scoprire una realtà ben diversa dallo stereotipo
del cacciatore “irrispettoso e prepotente”. Abbiamo trovato
un ambiente cordiale, con la prima ed inaspettata sorpresa
palesatasi sotto le parvenze di due graziose fanciulle
agghindate a mo' di marines (anfibi, mimetica e giaccone);
solo la spiegazione di Roberto Panicucci, storico
rappresentante dei “Robin Hood” vicaresi, ci ha illuminato:
“Sono due studentesse in Veterinaria. Collaboriamo con
l'Università ad un censimento delle specie presenti sul
Monte e sul loro stato di salute” spiega Roberto “Oggi
(sabato 21 dicembre, ndr) era in programma una battuta di
caccia al cinghiale, e le due ragazze si sono unite a noi
fin da stamani per effettuare i necessari prelievi sui capi
abbattuti; ecco il perchè dell'abbigliamento, dovendo
seguire la squadra nei suoi spostamenti era assolutamente
necessario che tenessero il nostro passo...”.
ROBERTO PANICUCCI E MARCO GHEZZANI
Il fatto che l'Ateneo si avvalga della “consulenza” della
“squadra del Monco” è di per se' significativo, ma Luigi
Luperi va oltre: “Certamente, le “mele marce” esistono
ovunque” premette “e un cacciatore che non si attiene
alle severissime norme vigenti, fa notizia molto più dei
tanti che vivono la caccia entro le regole. Il nostro
credo è sempre stato quello di vivere il Monte nella sua
totalità, tanto che ogni volta che sento definire “sport”
la nostra attività mi prende un irrefrenabile
moto di fastidio. La caccia (quella praticata secondo le
regole e con coscienza) è una vera passione, un
“modus vivendi” tout court”. Stupisce trovare personaggi
che si destreggiano tra latino e francesismi con la stessa
disinvoltura con cui imbracciano una doppietta, ma Marco
Ghezzani (presidente del gruppo F.I.C. di San Giovanni alla
Vena), aggiunge: “La caccia rappresenta solo il 20% di ciò
che ci occupa.
LUIGI LUPERI, STEFANO CINACCHI, IVANO PRATALI
Il calendario venatorio sottintende che il
nostro tempo sia impiegato per 7/9 mesi all'anno in altre
attività: custodia del territorio, pulizia del sottobosco,
prevenzione antincendio, ripopolamento...” Interviene nella
discussione Stefano Cinacchi, residente a Torre del lago ma
vicarese d'adozione: “A chi alimenta polemiche fini a sé
stesse diciamo che il Monte Pisano è l'unica oasi
naturalistica nell'intera Italia peninsulare dove la pernice
si riproduce spontanemaente e non in cattività, motivo di
vanto e di orgoglio per chi ama la Natura come
la amiamo noi...”
Ho sempre sostenuto e sostengo tutt’ora che i cacciatori (quelli che hanno la passione nel sangue) sono i veri custodi e i veri cultori del nostro monte. Da amministratore mi sono sempre battuto per sostenere questo, ho avuto anche delle denunce da parte degli “ambientalisti” e degli “animalisti” ma se non si conoscono le persone non si possono giudicare solo per ideologia, ci sono più ambientalisti veri tra i cacciatori che tra i cosi detti ambientalisti di nomina! Mi fa piacere leggere che le pernici continuano a riprodursi spontaneamente, il progetto pernici fu da me condiviso con l’ATC e immettemmo una decina di coppie diversi anni fa, e fu questo uno dei motivi della prima denuncia da parte delle opposizioni del momento. I fatti mi hanno dato ragione e oggi il nostro monte si vanta di essere uno dei pochi posti dove la pernice si riproduce. Alla “squadra del monco” e in particolare all’amico roberto Panicucci un grazie per tutto quello che fa per il nostro territorio. Giampiero Nesti
SERVONO APPUNTO QUESTE SVIOLINATE PERCHE’ LA REALTA’ E’ BEN DIVERSA E LA LEGGIAMO TUTTI I GIORNI SUI GIORNALI ( 56 VITTIME PER INCIDENTI DI CACCIA DA SETTEMBRE 2013 A DICEMBRE 2013 ); PER NON PARLARE DELLE PERSONE CHE SUBISCONO PREPOTENZE E NON NE POSSONO PIU’.
Le “sviolinate” come le chiama la cara amica non ci (mi) appartengono, tutt’altro. Chi ci (mi) conosce lo sa. Si tratta solamente di dare spazio anche a coloro che vivono entro le regole e rispettano chi frequenta il monte ed il suo territorio. Gli incidenti di caccia ci sono e ci saranno sempre, ma ci sono anche gli incidenti stradali (molto più frequenti). Dovremo tornare tutti a spostarsi con il cavallo (quando va bene) ?
Io sono una escursionista che frequenta il monte, più volte ho rischiato la vita trovandomi all’improvviso tra gli spari dei cacciatori, tanto che non frequento più il monte nel periodo venatorio; Parlando con le persone che abitano sul monte ho capito che vivono in una specie di coprifuoco che dura 5 mesi, quasi metà dell’anno. Per gli incidenti stradali hanno appena approvato la nuova legge che stabilisce il reato di “omicidio stradale”, cosa che per la caccia non esiste. La macchina la guidiamo tutti perchè è indispensabile con la vita di oggi. Il fucile lo è altrettanto? La caccia è un divertimento che serve a pochi ma condiziona la vita di tanti.
Silvia Marraccini