MENO DI 20 GIORNI AL GRAN GIORNO DEL PALIO DI SANT’ANTONIO: DALLA PROSSIMA SETTIMANA IL VIA AGLI APPUNTAMENTI.

L'Eco del Monte e del Padule 3 Gennaio 2014 0
MENO DI 20 GIORNI AL GRAN GIORNO DEL PALIO DI SANT’ANTONIO: DALLA PROSSIMA SETTIMANA IL VIA AGLI APPUNTAMENTI.
Pare che già il 14 Gennaio 1805 si sia svolta a Buti la 
prima Festa di Sant'Antonio abate (patrono degli animali) 
con banda, cavalli ed un "comitato di Festaioli, ed i 
pochi atti ufficiali scampati alle offese del tempo datano 
al 1848, in pieno Risorgimento, una corsa di "cavalli di 
prima forza a fantino, con premio al vincitore di Zecchini 
dodici". Una tradizione antica come poche quindi, fatto 
che pone il “Palio di Buti” su un livello del tutto 
eccezionale nel novero degli eventi storici o tradizionali 
dell'intero stivale. Nella tradizione affondano anche alcune 
tra le tante peculiarità che rendono la gara unica nel 
suo genere. Il percorso si snoda rettilineo (e non circolare) 
per 700 metri lungo la SP 38 che attraversa il paese perchè 
Buti, arroccata alle pendici del Monte Serra, manca di una 
piazza ampia a sufficienza per ospitare una corsa di cavalli; 
la scelta degli stessi è fatta tra purosangue bardati di 
tutto punto e non tra mezzosangue montati “a pelo”, 
rendendo la “carrera” butese una via di mezzo tra un palio 
tradizionale ed un “derby” di origine britannica. Ma tra 
tanta passione, campanilismo e voglia di prevalere, è la 
“trippa” a farla da padrona: la domenica del palio infatti 
(quella immediatamente successiva al 17 gennaio, festa di 
Sant'Antonio), ogni butese che si rispetti consuma la sua 
prima colazione a base di trippa e vino rosso, in omaggio 
ai pasti dei vecchi carrettieri (i cosiddetti “barrocciai”) 
che avendo bisogno di qualcosa di nutriente e sostanzioso 
al rientro da una notte invernale trascorsa in giro per 
mezza Toscana per il trasporto dei prodotti tipici 
(corbelli, olio e castagne), facevano riscaldare alle 
consorti la cena della sera prima (la “trippa alla butese”, 
appunto) e se la “pappavano con sommo gusto e schioccar di 
labbra”. Il 15 dicembre del 1960 nasce il palio moderno: 
il manifesto affisso dall'Amministrazione Comunale recita 
"Buti sarà diviso in sei contrade , ognuna delle quali 
farà capo ad una delle sei Chiese di cui il paese si onora”: 
Chiesa di San Giovanni Battista (contrada Pievania), 
Chiesa di San Francesco (Contrada San Francesco), Chiesa 
di San Rocco (San Rocco), Chiesa di Santa Maria della Neve 
(Contrada Ascensione), Chiesa di San Nicolao (Contrada San 
Niccolao), Cappella delle Case Popolari (Contrada La Croce), 
cui nel 1980 fu annessa la Contrada di San Michele (Chiesa 
di San Michele Arcangelo). Una terra che ha forgiato 
personalità forti tali da dar vita a ben sette contrade in 
un centro di dimensioni ridotte (l'intero comune non arriva 
a 8000 anime), tanto che la gara appare come mero atto 
conclusivo di un intero anno passato in attesa dell'evento, 
comunque trascorso dai butesi in solidarietà e forte senso 
di appartenenza ad un territorio coeso e solidale.

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