IL PALIO DI BIENTINA 2014 VA IN ARCHIVIO CON IL TERZO SIGILLO DELLA CONTRADA GUERRAZZI. LA CRONACA E LA LETTURA DELLA CORSA.

L'Eco del Monte e del Padule 21 Luglio 2014 0
IL PALIO DI BIENTINA 2014 VA IN ARCHIVIO CON IL TERZO SIGILLO DELLA CONTRADA GUERRAZZI. LA CRONACA E LA LETTURA DELLA CORSA.

La tradizione del palio regala da sempre emozioni forti anche a chi di cavalli, fantini e strategie capisce ben poco, e dopo la XXII edizione del Palio di San Valentino a Bientina di questo fatto non potrà dubitare più nessuno.

Nel breve comunicato di ieri sera (redatto in pochi minuti con ancora l’adrenalina a mille per le concitate fasi del pomeriggio bientinese vissuto in prima persona) era stato dato l’ordine di arrivo della batteria finale della gara, prolungatasi fin quasi alle 21, e che recita: 1° classificato GUERRAZZI (neroazzurro), 2° FORRA (gialloverde), 3° VILLAGGIO (neroverde), 4° PUNTONE (rossonero).

La contrada Guerrazzi raggiunge così il terzo alloro (dopo il 1993, prima edizione del Palio che allora si correva presso il campo sportivo comunale, ed il 2010 con Gianluca Mureddu su Isopac).

Ma analizzando le varie fasi della gara c’è molto da raccontare.

Nei giorni e nelle settimane precedenti all’appuntamento tutti davano per strafavorita la contrada della Forra, ed è quindi giustificata la delusione dei contradaioli gialloverdi, che fino a 150 metri dall’arrivo avevano visto giocare ottimamente tutte le carte a loro disposizione da parte di fantino e dirigenti di contrada per tenere fede al pronostico.

Nella seconda batteria di qualificazione infatti (della prima diremo più avanti), La Forra si era imposta con relativa facilità, con Walter Pusceddu che prendeva la testa fina dal via dato dall’ottimo “mossiere” Renato Bircolotti (al sesto tentativo dopo 5 partenze invalidate per lo scorretto posizionamento dei cavalli al canapo). Seconda piazza ed ultimo posto valido per la “finalissima” per il Puntone (Adrian Topalli / Incantado), sempre tenuto alla debita distanza di 2/3 lunghezze. Le strategie dei gialloverdi avevano funzionato quindi alla perfezione, e l’impasse delle 5 false partenze era stato reso obbligatorio dalla “bagarre” scatenata dal Cilecchio (Simone Mereu/Isopac, anche ammonito dal mossiere) con la rivale Viarella (Gianluca Mureddu/Melissa Bella).

Lo svolgimento della prima batteria invece, pur largamente dominata da Guerrazzi e Villaggio (Dino Pes su Ondina Prima), è stato quello che ha rischiato di far degenerare l’atmosfera festosa vissuta in piazza Vittorio Emanuele fin dalle 17 del pomeriggio.

La sorte aveva sorteggiato che i biancoverdi di Quattro Strade ed i giallorossi di Santa Colomba si trovassero affiancati alla corda. Le due contrade (entrambe situate “in monte” come dicono da queste parti, ben al di fuori dell’abitato di Bientina), non si sono mai segnalate per un particolare astio reciproco, ma è probabile che le strategie sotterranee che animano da sempre le competizioni di questo genere abbiano in qualche misura indirizzato il comportamento del fantino del Santa Colomba, quel Massimo Columbu già in precedenza segnalatosi per comportamenti “al limite” anche in altre piazze.

Quattro Strade, dal canto suo, si era già segnalata come potenziale “outsider”, avendo Andrea Chessa condotto splendidamente il suo Orten nelle prove del venerdì, del sabato e della domenica mattina. Così, dopo due false partenze, si è assistito ad una marcatura “ad uomo” da parte di Columbu su Chessa tale da far impallidire anche il mitico Gentile del “mundial” 1982 nei confronti di Maradona e Zico.

Le scorrettezze fin troppo evidenti di Columbu.

Mentre volavano nerbate a cavallo e fantino, trattenute per le briglie più o meno consentite (viste da tutti gli oltre 3000 spettatori), Guerrazzi e Villaggio prendevano il largo, e la finale era così delineata. Un comportamento al limite anche per un palio, gara notoriamente influenzata da accordi e strategie non propriamente “cristalline” e “decoubertiane”.

Il commento raccolto a caldo anche dai meno esperti di affari palieschi è stato che Santa Colomba e Columbu abbiano potuto approfittare del fatto di avere scarsissime chances di vittoria finale per poter stringere accordi vantaggiosi con chi era interessato a far fuori i rivali biancoverdi. Ma anche questo è Palio…

Al termine della batterie, i più “sanguigni” tra i contradaioli di Quattro Strade hanno addirittura invaso l’anello, producendosi in uno scatto degno del miglior centrometrista nel tentativo di raggiungere Columbu e farsi giustizia sommaria, ma il fantino e coloro che lo avevano ingaggiato dovevano aver previsto già tutto da tempo. Infatti un’utilitaria con il motore già acceso attendeva il fantino in fuga, che fortunatamente è riuscito a fuggire dalla vendetta dei fans biancoverdi, risparmiandosi un brutto quarto d’ora. Le uniche conseguenze di queste fasi concitate le ha subite il presidente del seggio di San valentino angelo Vincenti, caduto a terra nel tentativo riuscito di ristabilire la calma, vittima di una ferita all’arcata sopracciglire sinistra che non gli comunque impedito di assistere alla fasi seguenti della “carriera”.

Ed eccoci alla batteria finale, il cui “start” è stato dato con sorprendente celerità per evitare il sopraggiungere dell’oscurità ormai imminente.

Pronti, via, e La Forra subito in testa come da copione, padrona di una corsa che sembrava già scritta da tempo. Ma, disdetta per i colori gialloverdi che mancano l’appuntamento con il cencio dal lontano 2003 (allora fu Francesco Petrazzi su Zet-Sun a trionfare), non tutte le ciambelle riescono col buco. Infatti, quando mancavano solo 150 metri e due sole curve alla fine dei tre giri di piazza, Walter Pusceddu, forse eccessivamente preoccupato dal tallonamento del comunque ottimo Siri che per tutti i tre giri si era sempre mantenuto sulle 2/3 lunghezze di distacco, sbagliava clamorosamente l’entrata alla curva del “tabaccaio” (la penultima del tracciato), particolarmente impegnativa e stretta, praticamente un’inversione a “U” a cavallo lanciato, e cadeva a terra (fortunatamente senza conseguenze particolari, se non per alcuni contradaioli giallo verdi che hanno atteso il fantino per “esprimergli il loro disappunto”).

Nadir de Mores, lo splendido baio della Forra, si ritrovava così “scosso”, e niente poteva contro il prodigioso recupero, a quel punto possibile, di Antonio Siri su Plutarco, che proprio all’ultima curva (quella di fronte alla sede del Credito Cooperativo di Valdinievole e Bientina), lo infilava di slancio e passava agevolmente in testa sul traguardo.

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