SABATO 1° NOVEMBRE SI E’ APERTA LA CACCIA AL CINGHIALE: NESSUN INCIDENTE, MA I CACCIATORI ADESSO SONO VERAMENTE STANCHI…

L'Eco del Monte e del Padule 4 Novembre 2014 0
SABATO 1° NOVEMBRE SI E’ APERTA LA CACCIA AL CINGHIALE: NESSUN INCIDENTE, MA I CACCIATORI ADESSO SONO VERAMENTE STANCHI…

Argomento delicato la caccia, sempre a rischio di urtare la sensibilità di qualcuna delle tante associazioni animaliste, giustamente preoccupate nella salvaguardia del patrimonio faunistico, o dell’opinione pubblica schierata a loro fianco ma sempre pronta a rinfacciare alle istituzioni i danni provocati dalle specie selvatiche alle residenze ed ai terreni o la scarsa manutenzione del territorio.

Oppure degli appassionati, i “cacciatori” appunto, che lamentano la loro “ghettizzazione” e il fatto di essere continuamente presi di mira dai “balzelli” che le istituzioni decidono ogni anno far gravare sulle loro spalle.

“Stavolta sono in tanti ad essersi resi conto che qualcuno ha esagerato – dice Roberto Panicucci, presidente della sezione Federcaccia del Monte Pisano – persino il Sindaco di Vicopisano Juri Taglioli e quello di Buti Alessio Lari ci hanno mostrato comprensione si sono detti pronti a darci una mano”.

Qualcuno ha ventilato addirittura uno “sciopero” dei cacciatori”. Sabato 1° novembre si è aperta la stagione della caccia al cinghiale ma nessuno ha aderito a questa misura estrema, nonostante tutto le cose sono filate lisce come l’olio. Nessun incidente, nessuna polemica, nessuna questione sui diritti di transito e di proprietà. Almeno sul Monte Pisano.

Ma la “vexata quaestio” che ha fatto infuriare i moderni “discepoli di Diana” sta nelle pretese avanzate dalle Regione Toscana sui diritti di transito sulle piste forestali, vie di accesso imprescindibili per l’attività venatoria ma utilissime anche per la vita stessa del territorio.

“Si crede erroneamente che usiamo questi sentieri solamente per i nostri scopi venatori” interviene Marco Corsi “ma siamo noi a ripulirli dai rifiuti lasciati dagli escursionisti, che recintiamo i terreni, che disboschiamo e rendiamo sicure ed agibili le zone a rischio incendio. Nessuno pensa ad un indennizzo per queste attività, ma si pretende che addirittura si paghi per la nostra passione”.

Si parla di una tassa ulteriore di 50, 70 o 100 €uro per ogni richiesta permesso, uno e uno soltanto per ogni sqadra composta da un minimo di 40 elementi. La realtà si scontra con una tendenza oltremodo allarmante emersa negli ultimi anni, l’impossibilità di molti a sostenere le troppe spese: 500 €uro solo per il porto d’armi ed i permessi, più l’acquisto e la manutenzione dell’attrezzatura, che deve obbligatoriamente essere sempre in perfetta efficienza. Roberto Panicucci ci illumina su un altro aspetto sconosciuto ai più, i tanti limiti imposti ai 600 cacciatori delle squadre di Vicopisano, San Giovanni, Ponsacco, Buti, Fornacette, Asciano, Ripafratta, Calci e Molina di Quosa che egli rappresenta (almeno 10.000 in provincia di Pisa dediti alla caccia al cinghiale): “Non funziona come nel Medio Evo, con un tale che si alza e va in bosco a procurarsi il pranzo. Le procedure per il rilascio del porto d’armi sono rigidissime, e chiunque lo ottenga è tenuto ad un comportamento irreprensibile, pena la revoca. Si può incappare in sanzioni anche nel caso di una irregolarità amministrativa, si sappia quindi che ogni cacciatore rappresenta un cittadino “modello“.

Poi c’è il calendario venatorio, secondo il quale possiamo muoverci in determinati periodi dell’anno ed in un territorio del nostro distretto di appartenenza. in provincia di Pisa la caccia al cinghiale è aperta dal 1° novembre al 31 gennaio, solo di sabato e di domenica. Questi e altri “paletti” ci rendono la vita estremamente difficile”.

 

ROBERTO PANICUCCI – VICOPISANO “Presid. Sez.Federcaccia di Vicopisano”: A queste condizioni non ci riteniamo più responsabili della salvaguardia alle proprietà ed ai terreni danneggiati, tantomeno della sicurezza dell’intero territorio del Monte Pisano.

 

GIORGIO NERLI – PONSACCO: Intimare a un disabile di restarsene casa invece di “andare per i boschi” è una frase offensiva e passibile di denuncia. A noi però si può dire di tutto…

 

MARCO “ARGANTE” ANICHINI – PONSACCO: Sono il pregiudizio e la disinformazione a creare malintesi talvolta insanabili.

 

GINO LAZZERI – SAN GIOVANNI ALLA VENA: Tra tasse, soprattasse, permessi e attrezzature, i giovani non possono più permettersi certe spese. L’età media delle squadre è superiore ai 50 anni.

 

MARINO MONTESI – CALCI: Si sottovaluta l’utilità sociale della caccia. Tanti di noi sono pensionati che si svagano senza chiedere contributi o incentivi. Ed invece le Istituzioni ci dissanguano…

FABRIZIO ROSSI – FORNACETTE: Sono tante le leggende sulla caccia al cinghiale: in realtà si spara al massimo 3/4 volte a stagione. Il resto è “a salve” per direzionare gli animali.

 

MARCO “ORSO” CORSI – VICOPISANO: Il vero appassionato di caccia vive il territorio come nessuno, il Monte Pisano deve molto anche a noi per la battaglia conto gli incendi.

 

CLAUDIO CHERICONI – ASCIANO/RIPAFRATTA: Non ci permetteremmo mai di denigrare le associazioni animaliste o anti-venatorie, loro invece lo fanno senza conoscere niente di noi.

 

LUCA DEL MORO – VICOPISANO: Ci hanno affibbiato l’etichetta di “cattivi”, ma tutti i cacciatori regolarmente in possesso di porto d’armi devono passare una selezione rigidissima.

 

MAURIZIO LEPORINI – BUTI: Devo che non tutti le amministrazioni ci hanno ignorato come quella di Calci. A Buti e Vicopisano i sindaci si sono mostrati pronti a consultarci.

Leave A Response »