PRESUNTO STUPRO IN VILLA. DOPO DUE ANNI ANCORA UN RINVIO DELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO

L'Eco del Monte e del Padule 12 Luglio 2016 0
PRESUNTO STUPRO IN VILLA. DOPO DUE ANNI ANCORA UN RINVIO DELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO

Dopo il primo rinvio del 6 giugno, lunedì 11 luglio era attesa per la sentenza di primo grado a carico dei due ragazzi, accusati di stupro ai danni di una coetanea. I fatti risalgono all’estate del 2014, teatro della presunta violenza una villa di Santa Maria a monte.

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Una vicenda che sollevò allora l’attenzione dell’opinione pubblica e che oggi torna d’attualità viste le circostanze con i quali si svolsero i fatti. 

Il P.M. Aldo Mantovani del tribunale di Pisa, ricostruendo i fatti nella sua requisitoria di lunedì, ha chiesto la condanna a nove anni di carcere per i due imputati, ai tempi Dopo la requisitoria il pm Aldo Mantovani ha chiesto nove anni di reclusione per i due giovani accusati.

Per il pubblico ministero Dottor Aldo Mantovani infatti, i due giovani, allora ventenni, avrebbero circuito la ragazza invitandola a bere qualcosa in compagnia di un’amica dopo una serata passata in compagnia, L’avrebbero poi drogata con del GHB diluito in una bibita (Schweppes) ed avrebbero poi consumato rapporti sessuali con la ragazza. (l, una sostanza organica normalmente prodotta dall’organismo)

Proprio sulla presenza nella bibita della cosiddetta “droga dello stupro” verte gran parte del “castello difensivo”, tanto che ai due giovani fu concessa nel mese di ottobre la libertà vigilata grazie alla perizia difensiva dell’Università di Firenze, che aveva dimostrato che pur essendo la sostanza esser stata sintetizzata per la prima volta in tempi relativamente recenti (primi anni ’60), essa “potrebbe trovarsi liberamente ed in piccole dosi anche in altri tipi di prodotto liberamente commercializzati”. Nella fattispecie la SCHWEPPES offerta alla ragazza.

Ma dalla controperizia ordinata dal Tribunale (giudice Pietro Murano) è emerso l’esatto contrario, ovvero che nelle “Schweppes” normalmente in commercio non c’è traccia di GHB, e che i sintomi accusati nell’estate di due anni fa dalla presunta vittima (vomito, sonnolenza, perdita di conoscenza…) potrebbero essere riconducibili proprio all’assunzione della “droga dello stupro”.

Una vicenda che ha destato molto scalpore in tutta la Provincia e che adesso sembra essere giunta ad un primo verdetto, atteso per venerdì 15 luglio nel pomeriggio dopo che dalle 14:00 il collegio difensivo dei due giovani presenterà la sua requisitoria. Al termine dovrebbe arrivare la sentenza di primo grado.

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