UNIONI CIVILI: SUSANNA CECCARDI RISPONDE AGLI ATTACCHI DEGLI INTERNAUTI

L'Eco del Monte e del Padule 8 Agosto 2016 1
UNIONI CIVILI: SUSANNA CECCARDI RISPONDE AGLI ATTACCHI DEGLI INTERNAUTI

“POTREMMO RICORRERE ALLA CORTE COSTITUZIONALE O ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO”

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E’ UNA QUESTIONE ETICA CHE POCO HA A CHE VEDERE CON GLI ATTUALI E REALI PROBLEMI DI CASCINA. ACCANIRSI ADESSO SU CERTI ARGOMENTI RICORDA CHI VUOL TOGLIERE LA PAGLIUZZA DALL’OCCHIO DEL FRATELLO E NON SI ACCORGE DELLA TRAVE CHE E’ NEL SUO.

La polemica recentemente innescata dalle dichiarazioni del Sindaco di Cascina Susanna Ceccardi, sviluppatasi a partire dalle dichiarazioni di quest’ultima sull’opportunità di unire in matrimonio persone dello stesso sesso, rischia di diventare un caso nazionale considerato che l’amministrazione cascinese si dice quanto mai decisa ad andare fino in fondo, anche attraverso la consulenza – assolutamente gratuita e volontaria, tengono a precisare gli amministratori – di un pool di legali capeggiato dall’avvocato Gianfranco Amato del gruppo “diritto per la vita”.

Non mi sono mai piaciute le invasioni di campo da parte dello Stato nella vita privata, nel caso specifico particolarmente intima come la sfera affettiva e sessuale – dice il sindaco di Cascina nel comunicato stampa fattoci pervenire in mattinata – Di solito questi sono tentativi di cambiare il costume e le convinzioni personali, con metodologie estremamente illiberali, non degne di uno stato di diritto. Nella Società ed in questo Paese esiste da millenni l’istituto matrimoniale, ed esso è funzionale a regolare e tutelare innanzitutto i diritti del frutto di questa unione, i bambini”.

Quando si inizia a parlare di minori e delle conseguenze – dirette o indirette – che potrebbero scaturire dai comportamenti di noi adulti non necessariamente nei loro confronti, ma anche quale esempio o metro di paragone con la collettività, rischiamo di addentrarci in un complesso di teorie e controteorie che esula dai compiti di questa testata, e riguardo ai quali confessiamo la nostra ingnoranza e visione forzatamente parziale delle cose. Per questo motivo ci atteniamo ai puri e semplici fatti ed alle dichiarazioni rilasciateci dagli amministratori cascinesi.

“Il bambino nasce, cresce e sviluppera una personalità propria e indipendente in un dato contesto, assorbendo da ogni agente esterno gli “input” che potrà raccogliere – prosegue il chiarimento – Questo contesto può quindi essere favorito e tutelato anche attraverso politiche di favore fiscale, considerando che la nascita e l’educazione dei figli sono beni che l’istituto della famiglia eroga e dona all’intera società; perciò è ragionevole che lo Stato corrisponda alle famiglie con prole dei vantaggi attraverso una minor tassazione, aiuti nell’educazione scolastica o sostegno economico. Al di fuori di questo contesto naturale, che ha rilevanza pubblica e deve quindi essere individuabile per le erogazioni succitate, ogni cittadino è padrone dell’esercizio dei propri diritti individuali. Crediamo quindi che una volta individuati i diritti che si ritiene un soggetto debba poter esercitare, quei diritti gli vadano riconosciuti in quanto individuo, attraverso il Codice Civile, senza costringerlo a mettere per iscritto con chi va a letto per poterli esercitare. Un cittadino potrà lasciare l’assegno della pensione a chi vuole, e così dovrà essere per l’assistenza carceraria o sanitaria, la donazione degli organi, ecc., ecc…”

Qua la critica all’attuale legge dello stato si fa più severa, e l’amministrazione di Cascina non esclude di poter ricorrere (sempre attraverso la prestazione volontaria e gratuita dell’avvocato Amato e del suo staff) alla Corte Costituzionale o alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo.

Ma esiste un altro punto che forse ai più accaniti detrattori dell’amministrazione cascinese è sfuggito: quanti sono stati i matrimoni omosessuali celebrati dalla precedente amministrazione ? Uno, due, tre… forse addirittura quattro o cinque ! Uno all’anno, insomma.

Se la Ceccardi & Co. avessero d’improvviso deciso di autorizzare un abominio legislativo di qualsiasi genere come il ripristino del matrimonio tra consanguinei o la legittimità del “delitto d’onore” potremmo capire questa alzata di scudi, ma per una questione non urgente come questa…

A pochi chilometri da Cascina esistono dei comuni dove l’istituto del matrimonio tra persone dello stesso sesso è perfettamente accettato: “Non è necessario che a sposare due gay sia il sindaco di Cascina”, in passato le coppie di fatto andavano addirittura all’estero per rendere legale un’unione di fatto sulla quale la legge italiana non si era ancora espressa, oggi bastano pochi chilometri…

Comunque, secondo Susanna Ceccardi “Un nuovo istituto giuridico di coppia non serve, perchè a nostro avviso i diritti devono essere regolati come diritti dell’individuo e non della coppia. Questo Stato guardone, tutto sommato moralista mentre gioca a fare il libertino LGBT, è una violazione del diritto di natura, secondo quello statalismo collettivista vecchio retaggio di una fazione politica ben definita ed individuabile”.

“Si riconoscano le coppie eterosessuali che si impegnano agli oneri matrimoniali, in particolare in relazione alla generazione ed educazione dei figli: tanto dai, tanto ricevi. Per il resto, ognuno è individuo e gli si devono riconoscere i conseguenti diritti: il registrucolo degli amanti omosessuali è un’invasione di campo che ha ragioni di progettualità ideologica, in vista del mutamento del concetto di famiglia e dell’aberrante adozione al di fuori dal contesto della famiglia naturale, contro cui anche gli omosessuali dovrebbero indignarsi. Alcuni vorrebbero un Sindaco semplicemente esecutore delle volontà dello Stato: ci dispiace per chi concepisce l’amministrazione di un Comune in modo così servile: a noi invece lo Stato piace poco e, laddove legalmente possibile, agiamo e agiremo in autonomia e indipendenza. Il team di legali messosi gratuitamente a disposizione per studiare soluzioni e possibilità sta lavorando per difendere quanto più possibile il diritto all’obiezione di coscienza. Cascina e i cascinesi meritano di più che l’esecuzione delle volontà di questo Stato patrigno”.

One Comment »

  1. Aldo 9 Agosto 2016 at 18:41 - Reply

    La coppie prima andavano all’estero perché in Italia non c’era alcuna legge. Ma ora una legge c’è, e io ho il diritto di unirmi civilmente nel comune dove risiedo senza che sia un sindaco, anzi una sindaca squinternata a decidere quali sono o non sono i miei diritti in base alle leggi dello Stato che lei si vuole scegliere alla carta.

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