L’ALLUVIONE DEL ’66 SECONDO “ARCA AZZURRA TEATRO” – “IL FILO DELL’ACQUA” IN PRIMA NAZIONALE A PISA (TEATRO VERDI) IL 5 E 6 NOVEMBRE

L'Eco del Monte e del Padule 1 Novembre 2016 0
L’ALLUVIONE DEL ’66 SECONDO “ARCA AZZURRA TEATRO” – “IL FILO DELL’ACQUA” IN PRIMA NAZIONALE A PISA (TEATRO VERDI) IL 5 E 6 NOVEMBRE

Arca Azzurra Teatro dedica una nuova produzione teatrale al 50° anniversario dell’alluvione di Firenze.

Lo spettacolo è “Il filo dell’acqua” scritto da Francesco Niccolini, autore anche del libro “Il Filo dell’Acqua. L’alluvione a Firenze 4 novembre 1966” edito da Scienza Express.

Salvianti, Socci, Frosali in scena ne "IL FILO DELL'ACQUA"

Salvianti, Socci, Frosali in scena ne “IL FILO DELL’ACQUA”

 

La regia è di Roberto Aldorasi e Francesco Niccolini. Interpreti: Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci. Scene e video di Antonio Panzuto. Musiche originali di Paolo Coletta. Luci di Marco Messeri. Costumi di Lucia Socci.

Il debutto in prima nazionale è in programma il 5 (ore 21) e il 6 novembre 2016 (ore 17) al Teatro Verdi a Pisa.

Il 5 novembre alle 18 nella Sala “Titta Ruffo” del Verdi di Pisa, Giuseppe Meucci e Francesco Niccolini dialogano a partire dal libro di Francesco Niccolini “Il Filo dell’Acqua. L’alluvione a Firenze 4 novembre 1966”. Nell’occasione saranno proiettate immagini dell’alluvione a Pisa, per gentile concessione di Giuseppe Meucci. Partecipa la Compagnia. ingresso libero.

Cinquant’anni fa l’Arno fu protagonista di un’autentica guerra, che non abbiamo più smesso di combattere. Raccontare oggi quella storia, storia d’acqua e resurrezione, non è una banale cerimonia del ricordo, ma un rito collettivo e fondamentale, per chi – non dimenticando – vuole cercare i veri problemi e prevenire altra distruzione. Senza fatalismo. E senza dare colpa all’acqua.

Il filo dell’acqua segue tre voci per un canto che intreccia poesia, storia e la memoria di chi c’era.

E poi la musica, le immagini, le parole di allora, i telegiornali, le opere d’arte, le prime pagine dei giornali, le voci, il pianto, tutto mischiato, vicino e lontano, in quel contraddittorio, spaventoso e al tempo stesso meraviglioso momento in cui tutto quello che è normalità e quotidianità salta e diventa straordinario e condiviso.

Un racconto in forma di poema installazione e rito collettivo che parla di cinquant’anni fa come fosse oggi, perché l’alluvione di Firenze, quel 4 novembre ’66, non fu la prima e non è stata l’ultima. Perché l’alluvione di Firenze è stata anche l’alluvione di tutta la Toscana, l’acqua alta di Venezia, l’allagamento di mezza Italia: tutto in una notte. Allora come ora. In nome dell’acqua. In nome della vita. In nome del bene comune.

«Il filo dell’acqua – spiegano Roberto Aldorasi e Francesco Niccolini – è la storia immensa di una catastrofe che poteva essere mille volte di più. Ma anche la storia di una catastrofe che, almeno in parte, poteva essere evitata. Un lungo racconto che non poteva essere affidato a una voce sola, perché storia corale, che parla di vita e di bene comune, di oblio e di un’umanità intera. Che parla di una città, Firenze, dei suoi ponti, delle sue opere d’arte, delle sue biblioteche, delle sue persone. Che parla di un paese, l’Italia, che da molti anni non riesce a interrompere questa lunga, terribile, umiliante corruzione del proprio corpo. E della propria anima».

L'ALLUVIONE DEL 1966 IN UNA CELEBRE FOTO D'EPOCA

L’ALLUVIONE DEL 1966 IN UNA CELEBRE FOTO D’EPOCA

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