DALL’11 AL 16 LUGLIO LA XIX EDIZIONE DEL FESTIVAL “COLLINAREA” A LARI – PI

L'Eco del Monte e del Padule 8 Luglio 2017 0
DALL’11 AL 16 LUGLIO LA XIX EDIZIONE DEL FESTIVAL “COLLINAREA” A LARI – PI

35 spettacoli, laboratori, installazioni d’arte, un tendone da circo e l’incontro col Festival “Mamme Narranti” tra le vie e le piazze del borgo.

I Lari (dal latino lar, “focolare” ED ANCOR PRIMA DALL’ETRUSCO “LAR” = “padre”) erano i numi tutelari della famiglia nella cultura latina ed italica.

I Lares familiares rappresentavano gli antenati e vegliavano sul buon andamento della famiglia.

È questo il punto di riferimento ideale a cui guardiamo per il Collinarea Festival, perché lo pensiamo come evento straordinario capace di andare anche oltre il teatro ed essere inclusivo come una famiglia.

Qui si ascoltano le voci della memoria come davanti ad un focolare accogliente ed intimo, si ascoltano storie e se ne vede la creazione, si vive l’immaginario di un sogno, si restituisce alle piazze e alle corti la loro origine di luoghi nati per l’incontro, la condivisione e lo scambio: proprio come all’interno di una famiglia allargata all’intero paese che, per fortunata coincidenza, porta lo stesso nome di questi numi tutelari.

EDIZIONE 2016, INTERVISTA A LORIS SEGHIZZI

È in questo contesto, per sua natura pronto ad accogliere, che viene ospitato il Festival Mamme Narranti, ideato e diretto da Andrea Satta, voce del gruppo musicale Tetes de Bois, che ancor prima di essere un artista è un pediatra. Festival nel festival, Mamme Narranti farà tappa a Lari con il racconto di fiabe ascotate dai padri o tramandate ai figli nelle vie del borgo antico. Circa venti “mamme narranti” saranno a Lari con i propri bambini provenienti da tutta Italia e da paesi da cui si fugge.

Abbiamo voluto ripetere l’esperienza del 2016 di un Collinarea che si apre all’arte contemporanea. Così, per l’intera sua durata, il festival ospiterà nel teatro comunale – unico luogo volutamente inutilizzato per gli spettacoli – una nuova installazione artistica di Cesare Inzerillo dal titolo Finale di Partita. L’immobilità dei personaggi della scultura di Inzerillo troverà il suo contrappunto nell’installazione di Milena Manzella Paese che vai, santo che trovi: tabernacoli affissi nelle vie di Lari e dedicati ai nomadi per eccellenza quali erano i santi.

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