Emergenza maltempo, volontari de “La Racchetta” bloccati dalle autorità.

L'Eco del Monte e del Padule 5 Novembre 2018 0
Emergenza maltempo, volontari de “La Racchetta” bloccati dalle autorità.

Lo sfogo del presidente Tomassoni: “Siamo considerati di serie B perché non abbiamo agganci politici…” – 

 

L’amara riflessione affidata ad un post su facebook: “Cosa devo rispondere ai 1800 volontari pronti ad entrare in azione ?”

Anche in una situazione di assoluta emergenza, responsabile di lutti e danni per milioni di euro, non mancano le diatribe e le polemiche. E’ il caso del mancato intervento degli oltre 1800 volontari della associazione “La Racchetta”, la onlus nata come “associazione anti-incendio boschivo ma, in special modo sul territorio di Cascina, già segnalatasi in passato per efficienza e disponibilità.

Si dà il caso che nei giorni scorsi i volontari reclutati da “La Racchetta” fossero già pronti per partire alla volta del Veneto, una delle regioni più colpite dalla recente ondata di maltempo, ma dopo l’attivazione richiesta dalla Regione Toscana e la pronta risposta dei dirigenti della Onlus (1800 fra uomini e donne, mezzi leggeri e pesanti, camion, attrezzature, gruppi elettrogeni…), “La Racchetta” non sia stata più interpellata, lasciata da parte con grande delusione di coloro che si erano resi disponibili a lasciare le loro case ed i loro affari privati per portare aiuto alle popolazioni colpite dalla furia degli elementi.

Da qui lo sfogo del presidente Leonardo Tomassoli attraverso un post su facebook, che denuncia il sospetto favoritismo per altre associazioni di volontariato, “sono sempre gli stessi “soliti noti” aggiungono altri dirigenti locali de La Racchetta:

Eccoci qua, all’ennesima prova di un Sistema che vuole essere cieco di fronte alla realtà – inizia la riflessione di Tomassoli, quasi in imbarazzo nel dover spiegare la mancata convocazione dei suoi uomini – Questo purtroppo è un sistema in cui esistono associazioni di protezione civile di serie B, perché troppo lontane dalla politiche e dai grandi schermi – prosegue.

“Mi chiedo quindi che cosa dovrei rispondere ai 1800 volontari che rappresento, al perché non possono andare ad aiutare le persone colpite da questi ultimi eventi calamitosi? Perché siamo troppo concreti e di poca immagine ? O forse, troppo reali e poco scenografici?

“La scusa “non siete abbastanza attrezzati”, non regge più! Diciamo la verità: non è meritocrazia, ma bisogno di giustificare, scelte passate! Invece dovrebbe entrare nell’ideale comune la realtà dei fatti, in modo tale che chi può dar molto e nel modo giusto, venga valorizzato, e venga invece aiutato a crescere chi non ha capacità e possibilità di farlo. D’altro canto chi lavora male e persevera nel farlo, venga tolto dal svolgere quel ruolo. Perchè questo non accade?”

 

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