Sabato 16 febbraio “L’Abisso” al teatro Era di e con DAVIDE ENIA – ore 21

L'Eco del Monte e del Padule 13 Febbraio 2019 0
Sabato 16 febbraio “L’Abisso” al teatro Era di e con DAVIDE ENIA – ore 21

Musiche composte ed eseguite in scena da Giulio Barocchieri

Spettacolo tratto da “Appunti per un naufragio” (Sellerio Editore), il dramma dei migranti racchiuso in uno dei momenti teatrali ppiù intensi degli ultimi anni

PONTEDERA, 13 febbraio 2019 – Davide Enia, con il gesto, il canto, il “cunto” nel nuovo lavoro “L’Abisso” affronta infatti il mosaico del tempo presente, la crisi sociale e culturale profonda, e racconta ciò che sta accadendo a Lampedusa, punto di incontro tra geografie e culture differenti.

Lampedusa appare come metafora di un naufragio, personale e collettivo, Enia attinge ai suoi “Appunti per un naufragio” (Premio Mondello 2018) per raccontare un’esperienza indicibile: lo spaesamento, la sofferenza e la rabbia che affiorano di fronte alla tragedia contemporanea degli sbarchi sulle coste del Mediterraneo.

Il primo sbarco l’ho visto a Lampedusa assieme a mio padre – spiega l’attore e autore -. Approdarono al molo in tantissimi, ragazzi e bambine, per lo più. Io era senza parole. Era la Storia quella che ci era accaduta davanti. La Storia che si studia nei libri e che riempie le pellicole dei film e dei documentari. Ho trascorso molto tempo sull’isola per provare a costruire un dialogo con i testimoni diretti: i pescatori e il personale della Guardia Costiera, i residenti e i medici, i volontari e i sommozzatori. Rispetto al materiale che avevo precedentemente studiato, in quello che stavo reperendo di persona c’era una netta differenza: durante i nostri incontri si parlava in dialetto. Si nominavano i sentimenti e le angosce, le speranze e i traumi secondo la lingua della culla, usandone suoni e simboli. In più, ero in grado di comprendere i silenzi tra le sillabe, il vuoto improvviso che frantumava la frase consegnando il senso a un’oltranza indicibile. In questa assenza di parole, in fondo, ci sono cresciuto. Nel Sud, lo sguardo e il gesto sono narrativi e, in Sicilia, «‘a megghiu parola è chìdda ca ‘un si dice», ovvero la miglior parola è quella che non si pronuncia.

Quanto sta accadendo a Lampedusa non è soltanto il punto di incontro tra geografie e culture differenti. È per davvero un ponte tra periodi storici diversi, il mondo come l’abbiamo conosciuto fino a oggi e quello che potrà essere domani. Sta già cambiando tutto. E sta cambiando da più di un quarto di secolo”. Davide Enia

Biglietti: Intero € 20,00 – Ridotto € 18,00 – Studenti € 12,00.

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