IL TERREMOTO IN GARFAGNANA: SCOSSE DI LIEVE ENTITA’ PER TUTTA LA NOTTE.

L'Eco del Monte e del Padule 26 Gennaio 2013 0
IL TERREMOTO IN GARFAGNANA: SCOSSE DI LIEVE ENTITA’ PER TUTTA LA NOTTE.

In merito all’evento sismico avvertito nella giornata di ieri e protrattosi nella nottata appena trascorsa, sono state registrate dai sismografi oltre 20 scosse in meno di dodici ore. Per fortuna la maggior parte di esse non sono state nemmeno avvertibili senza l’ausilio di sofisticati strumenti di registrazione (magnitudo compresa tra 0,8 e 1,5 della scala Richter), ma resta il fatto che la Garfagnana è stata percorsa da uno sciame sismico, dopo la scossa di magnitudo 4,8 di venerdì pomeriggio alle 15.48.

Come detto,  i sismografi della rete dell’Istituto nazionale di geofisica hanno registrato da quel momento molti altri scuotimenti del terreno, fortunatamente di entità assai più modesta: la più forte quella delle 19.29 (magnitudine 2.8), l’ultima significativa è stata  quella di magnitudine 2.1 dell’1.27, con epicentro localizzato (come nel caso della scossa principale) circa 15 chilometri al di sotto del terreno fra i comuni di Castiglione Garfagnana, Pieve Fosciana e Villa Collemandina.

Ricordiamo che la Garfagnana non è nuova ad essere soggetta a movimenti tellurici; ricordiamo in questa sede  il terremoto (5.8 gradi) del 1481 o quello di intensità 4.6 Richter del 1767. Il numero dei morti fu 171, quello dei feriti 650, i senzatetto ammontarono ad alcune migliaia. Il numero basso di vittime dipese dal fatto che il giorno precedente si verificò una scossa abbastanza violenta che portò molte persone a pernottare all’aperto. Inoltre, data l’economia della zona basata prevalentemente sull’agricoltura e sulla pastorizia, a quell’ora nelle abitazioni si trovavano relativamente poche persone, per lo più donne e bambini. Sicuramente più importante fu invece il sisma che colpì Garfagnana e Lunigiana il 7 settembre 1920: riportiamo una drammatica testimonianza tratta dalle cronache dell’epoca:  “Alle 7.50 un terremoto colpisce Fivizzano (300 vittime su 18 mila abitanti): il paese non esiste più. Contro Fivizzano, località bella e ridente, la brutale forza della natura scagliò colpi furibondi. Non rimase più alcuna casa abitabile e quelle pochissime che restarono in piedi, al di sopra di spessi cumuli di macerie e solo grazie ad un vero e proprio miracolo, riportarono lacerazioni e squarci talmente profondi che alla scossa successiva, nonostante leggerissima in quanto a intensità, rovinarono al suolo definitivamente. Tutta la popolazione rimase all’addiaccio, accampata in tende di fortuna… Si registrano danni anche nei paesi di Sassalbo, Vignetta, Regnano, Luscignano, Montecorto, Comano e Ceserano, Villafranca, Merizzo, Fornoli, ci furono morti anche Virgoletta e a Filattiera, a Pontremoli molti comignoli caddero, e la gente si riversò fuori dalle case.”

        

Stamani (sabato) intanto molte scuole resteranno chiuse: praticamente tutte in provincia di Lucca (con l’eccezione di Gallicano, Pietrasanta e Seravezza), ma anche tante altre nelle province confinanti. Sabato resteranno chiuse a livello precauzionale le scuole dei Comuni di Lucca, Capannori, Porcari, Castelnuovo Garfagnana, Barga, Bagni di Lucca, Fabbriche di Vallico, Pescaglia, Borgo a Mozzano e Coreglia, Viareggio, Camaiore, Forte dei Marmi, Stazzema e Massarosa (in sostanza, in provincia di Lucca, saranno aperti solo gli istituti di Gallicano, Pietrasanta e Seravezza). Scuole chiuse inoltre, anche nei comuni di Carrara, Massa, Pistoia e in tutti quelli della Valdinievole (Montecatini Terme, Massa Cozzile, Marliana, Pescia, Buggiano, Ponte Buggianese, Chiesina Uzzanese, Uzzano, Monsummano Terme, Pieve a Nievole, Lamporecchio, Larciano).

Si vogliono infatti valutare gli effetti delle scosse sulle strutture degli edifici: il terremoto di venerdì pomeriggio è stato avvertito in tutto il nord Italia, anche a causa della notevole profondità alla quale si è sviluppato – 15 km -; il che, se da un lato ha attenuato l’intensità delle scosse avvertibili in superficie, ha fatto sì che il “cono” entro il quale fosse possibile avvertire il sisma si sia allargato sensibilemente (addirittura fino a Milano).

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