La giunta provinciale di Milano, lanciata la proposta di installazione nelle scuole pubbliche di distributori automatici di preservativi a prezzi calmierati, accende la discussione fra addetti ai lavori e non, tra persone direttamente coinvolte nell’argomento (i ragazzi in primis) e semplici spettatori.
Dalle nostre parti la prima ad intervenre e la Professoressa Cristina Costi, massimo dirigente scolastico dell’Istituto commerciale Enrico Fermi di Pontedera: «Un fatto indubbiamente positivo a patto che all’iniziativa segua un completo iter formativo sull’educazione alla sessualità, argomento da condividere necessariamente con la ASL di zona, gli studenti stessi e le loro famiglie». Fa da contraltare il parere di Ester Balducci, preside del Geometri Niccolini di Volterra: “Penso che l’educazione al sesso possa passare da un’altra strada, non dalla scuola”.
Un argomento di stretta attualità, che non lascia giocoforza indifferenti loro, i ragazzi, in fondo i diretti interessati alla vicenda. Gli studenti della Provincia si dicono molto soddisfatti del contenuto della proposta meneghina, esportabile anche da noi senza perdere tempo. Non tanto per la lotta alla prevenzione su cui si professano molto ben informati (“internet ci dà anche questa possibilità, e noi ce la prendiamo” dicono), quanto per i prezzi ridotti dei profilattici contenuti nei distributori piazzati nelle scuole. Il sunto del loro ragionamento, in effetti, non fa una grinza: “tutti raccomandano l’uso del profilattico nei rapporti a rischio; ma per noi, che siamo ragazzi e che viviamo spesso grazie alla “paghetta” dei genitori, un costo come quello dei preservativi è troppo elevato, soprattutto in rapporto che il mezzo ha in relazione alla diffusione delle malattie che esso previene”.
fonte: Il Tirreno Geolocal
