Nel corso della cerimonia di questa mattina, gli interventi dal proscenio del
“Di Bartolo” hanno strappato più di un applauso di approvazione alla
platea gremita in ogni ordine di posti. Dopo la lettura dei primi 12
“fondamentali” articoli della Costituzione Italiana da parte dei Consiglieri
Comunali, dei due Sindaci presenti (Alessio Lari di Buti e Mirko Terreni di
Lari), e del Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, Maresciallo
Todini, si sono susseguiti gli interventi delle autorità presenti sul palco.
Già riferito un sunto delle parole dell'illustre ospite Maria Chiara Carrozza,
ci pregiamo di riferire quanto espresso dal Sindaco di Buti Alessio Lari:
“Buti oggi si onora di ricevere, per la seconda volta nel corso della sua
storia, un Ministro della Repubblica, e questo proprio in una data che
rappresenta un duplice motivo di solenni commemorazioni per noi.
In primo luogo, ed ovviamente, gioiamo per la “Festa della Repubblica”,
occasione nel corso della quale abbiamo istituito questa cerimonia di
consegna del testo fondamentale dello Stato ai giovani che nell'anno in
corso entrano nella maggiore età, godendo quindi di tutti i diritti e i doveri
propri di un cittadino adulto; ma forse non tutti ricordano il secondo motivo
per cui il 2 giugno è, per noi butesi, data da commemorare: il 2 giugno
1867 infatti, l'allora Primo Ministro del Regno d'Italia Urbano Rattazzi,
ratificò il decreto con il quale si istituiva il Comune di Buti con le sue
frazioni, fino ad allora sottostanti l'autorità amministrativa della vicina
Vicopisano.
Ed è con enorme soddisfazione che accogliamo fra noi ad allietare questa
duplice celebrazione, il neo-ministro dell'Istruzione dell'Università e della
Ricerca, l'Onorevole Maria Chiara Carrozza, la partecipazione della quale
all'avvenimento denota una sensibilità ed una statura morale non comune.
Il Ministro Carrozza ricevette infatti da noi la proposta di venire a Buti il 2
giugno, in occasione di un appuntamento della campagna elettorale per le
ultime consultazioni elettorali, in febbraio; quando ancora rivestiva
“semplicemente” il ruolo di Preside dell'Istituto di Studi Superiori Sant'Anna,
Maria Chiara Carrozza denotò fin da subito un così forte apprezzamento per
l'iniziativa da lasciarsi scappare una “mezza promessa” circa una sua
partecipazione. In questi pochi mesi molte cose sono cambiate: Maria Chiara
Carrozza è stata eletta deputato, e da lì a breve, grazie alla sua riconosciuta
esperienza e conoscenza del settore specifico, nominata Ministro
dell'Istruzione, dell'Università e delle Ricerca nel nuovo Governo guidato dal
concittadino Enrico Letta. E nonostante l'infittirsi di impegni istituzionali e
rappresentativi, quest'oggi Maria Chiara Carrozza è qui con noi, a ricordare
ai 51 giovani neo-maggioreni del Comune di Buti la duplice ricorrenza ed i
valori della Costituzione Italiana.
Al quale proposito mi sia consentito spendere poche ma sentite parole sullo
straordinario lavoro svolto dai Padri Costituenti, capaci nell'arco di soli 12
mesi (Giugno 1946 – Giugno 1947) di donare ai posteri un'eredità costituita
da un testo modernissimo, sempre attuale ed illuminato; mi piace anche
ricordare quanto sia stata massiccia l'affluenza alle urne in quel 2 giugno
1946; per le prime consultazioni elettorali italiane a SUFFRAGIO
UNIVERSALE (per la prima volta poterono esprimere il loro voto anche le
donne), si contò una partecipazione inaudita: le cronache dell'epoca
raccontano che anche a Buti le file di persone di fronte ai seggi in attesa di
votare furono la norma.
E' doveroso quindi che le giovani generazioni riflettano si quanto accaduto.
Il dono che oggi essi ricevono (il testo della Costituzione Italiana) non può
e non deve essere un mero atto simbolico, ma deve servire a sentirsi parte
integrante della nostra splendida Nazione.
Concludo citando una storiella narrata dall'illustre giurista (e Padre della
Costituzione) Piero Calamandrei di fronte ad una folla di studenti nel 1955 e
che illustra magnificamente il tema del disinteresse alla Cosa Pubblica:
Un giorno due emigranti si trovavano sulla nave che li portava verso la loro
nuova destinazione, quando, nel bel mezzo dell'Oceano, scoppiò un
fortunale che iniziò a scuotere il piroscafo come un fuscello. Il primo dei
due emigranti assisteva preoccupatissimo, quasi terrorizzato, allo scatenarsi
degli elementi, mentre il secondo riposava tranquillamente sottocoperta,
incurante dei marosi che sballottavano lo scafo.
Il primo dei due avvicinò così un membro dell'equipaggio, chiedendo
ansioso il suo parere sul possibile sviluppo degli eventi, ed il marinaio
rispose: “Se continua così, tra mezz'ora il battello affonderà”.
Allora l'emigrante si precipitò sottocoperta a scuotere il suo compare
dicendo: “Beppe, Beppe... Ha detto un marinaio che se la tempesta
continua così, tra mezz'ora il battello affonda”. E l'altro di rimando,
senza scomporsi: “Ed a me cosa interessa ? Tanto non è mica mio...”
Francesco De Victoriis