Mercoledì 26 marzo alle ore 15, si riunirà nella sede della Provincia di Pisa (Sala dei Comuni – ingresso da via S. Pellico)
la Consulta Faunistico Venatoria sul Piano di controllo della volpe e delle specie problematiche.
Il Piano, che prevede l’abbattimento di 500 volpi, vede la netta contrarietà delle associazioni ambientaliste e
animaliste che nelle scorse settimane, hanno scatenato in pochi giorni oltre 1.000 mail di protesta destinate al
Presidente della Provincia e all’Assessore alla Difesa della Fauna, con una decisa presa di posizione contro il
provvedimento.
La cosa più grave, sottolineano le associazioni, è il quadro conoscitivo assolutamente inadeguato e approssimativo su
cui si fonda il Piano di controllo. Non si sa qual è la consistenza della popolazione di volpi in provincia di Pisa. Non si sa
quante ne sono state abbattute durante la stagione venatoria, quando, nonostante si tratti di specie cacciabile, i
cacciatori ne evitano l’abbattimento, per poi lamentarsi, a caccia chiusa, dei danni di questa specie, in modo da
ottenere la possibilità di abbattimenti per tutto l’anno.
Non si considera la relazione fra l’andamento delle popolazioni di volpe e i ripopolamenti a scopo venatorio, fatti con
animali allevati, inadatti a difendersi, che facilmente diventano preda delle volpi.
Dispiace vedere le associazioni agricole e venatorie difendere con tanta decisione un Piano di cui non si conoscono gli
effetti di disturbo sulle altre specie: in pieno periodo riproduttivo infatti la caccia con i cani, estesa anche alla tana,
può danneggiare specie protette come il tasso e l’istrice, ma anche molte specie di altri mammiferi e di uccelli.
Inoltre l’uccisione dei cuccioli e delle femmine gravide, in una lotta senza quartiere a questo predatore, costituisce un
elemento di crudeltà assolutamente gratuito e evitabile con altri metodi, che privilegino il controllo delle fonti di
alimentazione, a partire proprio dalla disponibilità di prede: fagiani, lepri, pernici, allevate in cattività e inadatte alla
vita selvatica.
Colpisce poi che le associazioni agricole non si rendano conto dei pericoli connessi alla circolazione di persone armate
nel periodo primaverile-estivo, quando l’uso turistico e ricreativo del territorio è maggiore e coinvolge centinaia di
strutture agrituristiche e rurali, rischiando di provocare incidenti e una immagine del territorio pisano brutale e
controproducente.
Per questo, mercoledì dalle 15 alle 18 organizzeremo un presidio davanti alla sede della provincia e in tale orario i
nostri attivisti saranno presenti per rispondere alle domande dei giornalisti e di chiunque voglia approfondire questo
tema.
Pisa, 23 marzo 2014.
Legambiente Pisa e Valdera, WWF Pisa