CONSULTAZIONI POPOLARI DEL 23/24 APRILE A BUTI, LA PAROLA A PAOLO BANDECCA.

L'Eco del Monte e del Padule 21 Aprile 2016 0
CONSULTAZIONI POPOLARI DEL 23/24 APRILE A BUTI, LA PAROLA A PAOLO BANDECCA.

Il messaggio lanciato da PAOLO BANDECCA è chiaro e coinciso, persino disarmante nella sua semplicità:

Venite a sostenere la democrazia e la volontà della gente, partecipare alle consultazioni di sabato e domenica significa questo. Un’indicazione da tenere ben presente nell’atteggiamento di chiunque vincerà le amministrative del prossimo 5 giugno.

Il mio appello è questo.

Arrivo a quello che è lo start elettorale della Lista Civica “Spigai per cambiare 2.0”, dopo 5 anni da consigliere comunale di minoranza.

Una minoranza che ha incontrato le difficoltà tipiche di chi fa opposizione, ma che è arrivato ad oggi determinata e coesa, e questo è per me un primo ed importantissimo obiettivo raggiunto.

Il gruppo dovrà ulteriormente crescere, non c’è ombra di dubbio. Dovrà evolversi e consolidarsi anche con l’arrivo di nuove persone e il loro supporto di suggerimenti ed idee, nella convinzione che interessarsi alla politica a livello locale è una passione ed un dovere di ogni cittadino.

Un valore civico del quale andare orgogliosi.

Sono certo che maggioranza e minoranza, qualunque sia il loro colore politico, sono concordi su questo punto.

Sul territorio, come in qualsivoglia altra comunità, le appartenenze partitiche tendono a stemperarsi.

A Buti Sindaci, Assessori e Consiglieri dovranno essere ricordati non come appartenenti al PD, Forza Italia, Lega o Rifondazione, ma come persone oneste che hanno lavorato nell’interesse dei propri concittadini.

Ed hanno sottratto del tempo ai loro interessi privati, al loro lavoro, ai loro affetti e alla loro famiglia, a vantaggio di tutti. Qualunque sia la loro fede politica a livello nazionale.

IO SONO QUESTO. Di Paolo Bandecca potranno essere dette tante cose, nessuno potrà metterne in dubbio l’onestà intellettuale e il disinteresse assoluto.

PAOLO BANDECCA

Il nostro territorio e la nostra comunità hanno bisogno di persone, di giovani, che possano portare il loro contributo per il bene comune, per la gestione delle amministrazioni. Spesso, in questi 5 anni mi sono sentito dire:

Voi che state in consiglio, voi che siete in comune…

un’appello che mi ha trasmesso tutta la distanza e la sfiducia nei confronti di chi entra a far parte della tanto discussa classe politica. Le risposte a chi mi ha interpellato non devono e non possono essere date con le parole, ma con l’impegno basato sui principi e sui valori della persona. Solo così sarà possibile creare o ricreare un clima di fiducia tra rappresentante e rappresentato, tra cittadino e “politico”.

Gli enti locali come il nostro sono chiamati ad erogare servizi di prossimità alla collettività ed alla persona. Secondo me gli Enti dovrebbero anche porsi l’obiettivo di lavorare sulla coesione sociale a tutti i livelli; cercando di proporre un nuovo modello di società, basato sulle tradizioni e sull’eredità di un mondo rurale dal quale proveniamo, sullo studio e l’analisi critica del nostro passato. Proiettato al ripensamento di quali siano i valori da proporre al territorio ed alle diversità che lo compongono.

Il rapporto eletto – elettore non sempre riesce in questo, anzi spesso genera una relazione che non esito a definire perversa:

IO (politico) ti aiuto, ti creo delle opportunità, dei vantaggi,  TU (cittadino) mi sostieni con il voto”.

Oltretutto la tendenza, sempre in un’ottica elettorale, è quella della costituzione ed il mantenimento di gruppi contrapposti: nell’immediato si ottiene un risultato migliore se si dimostra di lavorare per imporre la propria idea, i propri valori.

Ciò che rischia di venir meno è il confronto tra sensibilità e storie diverse, con un chiaro intento alla ricostruzione di società locali unite negli intenti principali, che sappiano trasmettere i valori sociali, etici e morali necessari alla convivenza pacifica ed alla crescita del senso civico.

Questi sono alcuni dei pensieri che animano il mio impegno; sicuramente non gli unici: mi sento di citare il senso sociale, inteso come attenzione alle persone ed alle realtà più svantaggiate; ma anche un approccio imprenditoriale, da applicare al settore pubblico come metodo di lavoro negli enti locali. Temi apparentemente contrapposti, ma che se fossero sapientemente applicati potrebbero dare buoni risultati nell’amministrare, soprattutto risultati per molti se non per tutti”.


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