LUCA NANNIPIERI IN EDICOLA IL 27 LUGLIO CON “VENDIAMO IL COLOSSEO”

L'Eco del Monte e del Padule 24 Luglio 2017 0
LUCA NANNIPIERI IN EDICOLA IL 27 LUGLIO CON “VENDIAMO IL COLOSSEO”

Il 27 luglio in edicola, allegato al quotidiano “IL GIORNALE”, un libro a firma del critico d’arte ed assessore alla cultura del comune dal titolo “Vendiamo il Colosseo“.

Già nel titolo, ancor di più nel sottotitolo – “Perché privatizzare il patrimonio artistico è il solo modo di salvarlo” – e nel testo, il libro, inserito nella collana “Fuori dal Coro”, si caratterizza per il contenuto anticonformista e slegato dalle trite ed appiattite convenzioni.

Si parte da una riflessione logica, fondamentale ma spesso ignorata a bella posta – spiega Nannipieri.

Per curarsi, mantenere la propria salute e spesso SALVARSI LA VITA, lo stato accetta che un privato cittadino scelga le terapie di un ospedale privato, mentre il sito di Pompei, ad esempio, viene conservato e gestito dai vari Enti pubblici che hanno negli anni combinato quello che è sotto gli occhi di tutti”.

Perché per le medicine, le diagnosi, le prestazioni, il vitto e il pernottamento nella struttura, le penne, le auto, le squadre di calcio, gli aerei, i ristoranti, i libri, accettiamo che la gestione scaturita dal libero scambio dalla competizione e dalla libera concorrenza, mentre invece il Colosseo, Pompei, gli Uffizi, i luoghi monumentali devono continuare ad essere tutelati, gestiti e sorvegliati dall’ente pubblico ?” prosegue Nannipieri.

Perché accettiamo che l’acqua, elemento primario della vita, venga depurata, convogliata ed imbottigliata da aziende private mentre invece vogliamo che la Pinacoteca di Brera continui ad essere governata dallo Stato ?”

Il libro “Vendiamo il Colosseo” fa “pendant” con gli altri due volumi firmati Nannipieri, già usciti in allegato con “Il Giornale”, ovvero “Il soviet dell’arte italiana. Perché abbiamo il patrimonio più statalizzato e meno valorizzato d’Europa” e “L’arte del terrore. Tutti i segreti del contrabbando internazionale di reperti archeologici”.

Nel libro in uscita, si avanza la proposta eversiva di togliere alle autorità pubbliche – burocratiche, elefantiache e distanti dai problemi quotidiani – il patrimonio storico artistico per riconsegnarlo nelle mani dei cittadini, alle loro aggregazioni fatte di associazioni, comitati, cooperative, fondazioni, aziende, S.r.l., S.p.a. o ditte individuali, così da permettere ai loro desideri ed alle loro passioni di trasformare i luoghi d’arte e di cultura secondo la loro volontà.

Nel libro vengono sviscerati i perversi meccanismi che regolano la pretesa salvaguardia dei tesori d’Italia, veri luoghi del vivere che meritano più delle decisioni autoritarie degli organismi tecnico-burocratici delle soprintendenze statali, strutture che non hanno alcuna legittimazione nello scenario delle città e della cittadinanza.

Un libro dunque di denuncia ed allo stesso tempo di proposta.

Un libro che ambisce a suggerire soluzioni e non solamente a denigrare lo stato delle cose.

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