“PARTECIPIAMO DA SOLI IN NOME DEI PRINCIPI E DEI VALORI DISATTESI DA QUESTA AMMINISTRAZIONE”
BUTI. Non usano mezze misure, i candidati di Rifondazione Comunista che a Buti, come annunciato in anteprima da “L’Eco” pochi giorni fa, correranno nelle consultazioni amministrative del 5 giugno con una propria lista ed un proprio simbolo, separatamente dalla lista che proporrà Alessio Lari, il sindaco uscente, per un secondo mandato.
GERARDINA AGRUSTA (candid. Sindaco)
“E’ una logica conseguenza da quanto prodotto, ma sarebbe meglio dire NON PRODOTTO, dall’amministrazione in questo quinquennio – afferma la candidata sindaco GERARDINA AGRUSTA, 42 anni, nata in Campania ma residente nel comune di Buti da oltre un ventennio – La vera e unica sinistra, a Buti così come su tutto il territorio nazionale, siamo noi. E non potevamo esimerci dall’agone politico per non lasciare l’elettorato butese senza un riferimento collocato dalla parte dei ceti più deboli”.
BARBARA GIANNINI
Gerardina fa parte di un quartetto di donne agguerrito che compone la “quota rosa” della lista della Rifondazione Comunista. Insieme a lei ANNA BASCHIERI, BARBARA GIANNINI e ANNAMARIA GILIOLI. La quota “azzurra”, gli uomini cioè – una definizione da non confondere con una connotazione cromatica assolutamente avulsa da qualsiasi riferimento politico – è composta da NICOLO’ SANTERINI, CARMINE BARBONE, FLAVIO PRATALI,
ANNA BASCHIERI
MAURO ANDREINI, VALTER BELLI e ROCCO URICCHIO.
“Una squadra coesa e che esprime unanime distacco dall’attuale amministrazione – prosegue Gerardina – L’età media dei candidati, la nostra estraneità da qualsiasi connivenza politica prima d’ora (solo Barbara Giannini ha ricoperto ruoli amministrativi in passato, ndr) garantiscono circa l’assoluto cambio di direzione a favore di una
ANNAMARIA GILIOLI
maggiore trasparenza, un interesse precipuo per gli interessi dei cittadini, un libertà ed uno svincolo dai giochi della politica regionale o nazionale che l’amministrazione ha mostrato di non saper o voler separare dai reali bisogni della comunità butese”.
