La lettera di dimissioni che l’assessore comunale alle attività produttive Stefano Tognarelli ha consegnato poche ore fa nelle mani del Sindaco di Pontedera Simone Millozzi:
“Si è da poco conclusa la Notte Bianca ed è in corso la Festa del Gelato, una recente tradizione la prima, un segnale di rinnovato dinamismo del commercio e dell’economia pontederese la seconda. Con questa combinazione di tradizione e innovazione, si interrompe il mio impegno di amministratore per la città.
Sono consapevole della sorpresa di questo annuncio. Altrettanto cosciente delle conseguenze di una scelta che anticipa la scadenza naturale del mandato e dunque apre alcune problematiche delle quali mi auguro che il Sindaco, col quale mi sono confrontato, non me ne voglia troppo.
Sono stati nove anni da assessore – nell’espletamento delle diverse deleghe a cui sono stato chiamato – densi di soddisfazioni e di faticosi impegni pubblici in cui credo di aver contribuito, seppur in minima parte, alle positive trasformazioni della città.
Sento che oggi è giunto il momento, per vicende della vita, in cui opzioni solitamente non alternative mi obbligano a scegliere: io dunque scelgo la mia famiglia, riacquistando l’autonomia e la padronanza della propria dimensione privata, la piena libertà per proteggerla, curarla e tutelarla.
Lascio senza recriminazioni, più ricco per le esperienze e le relazioni che ho incrociato e mi hanno accompagnato. Un patrimonio che sarò lieto di mettere a disposizione in un impegno politico che rimarrà, in misura meno invadente e pressante, a favore della comunità politica in cui milito, per gli ideali a cui mi sono ispirato fin da ragazzo.
Un sincero ringraziamento a Paolo Marconcini, Simone Millozzi e agli organi dirigenti del partito che mi hanno permesso questa esperienza. A chi ha lavorato con me in questi anni la mia più grande sincera gratitudine, ad ognuno le scuse per le delusioni che inevitabilmente gli avrò dato. A tutti la promessa di non abbandonare la tensione civica che ha sempre accompagnato il mio agire ma anche la richiesta di un silenzioso rispetto per il periglioso viaggio della vita”.