“SONO GLI ULTIMI GIORNI DI ALLESTIMENTO DEL VOLUME
FOTOGRAFICO SULLA STORIA DI CASCINE. QUALSIASI
CONTRIBUTO (FOTO, RACCONTI, RICORDI DI FAMIGLIA) PUO
'ESSERE IMPORTANTE”.
Un appello, quello rivolto da Alberto Doveri ([email protected]), cui chiunque fosse in possesso
di vecchie foto, aneddotica e testimonianze varie non può e non deve esimersi dal rispondere:
“L'allestimento del terzo volume della serie dedicata ai centri della zona (i primi due dedicati a Bientina
e Buti sono usciti negli anni scorsi, ndr), è un'attività che va ben oltre la dedizione professionale.
E' una passione, una missione oserei dire, tesa a non disperdere l'eredità di chi ha vissuto in questi
luoghi prima di noi”. Il volume su Cascine di Buti, edito da CDS di Pontedera e curato da Massimo Pratali,
Federica Paoli e dal Professor Fabrizio Franceschini, oltre che dall'appassionatissimo Alberto Doveri, dovrebbe
essere disponibil in versione brossurata dalla fine del prossimo dicembre. “Sarà un libro prevalentemente
fotografico, ciò non toglie che dalle didascalie si possano evincere particolari della storia del paese tuttora
misconosciuti ai più”. Nella lunga e piacevole chiaccherata avuta con Alberto sono emerse alcune storie
paesane affascinanti e sommerse dalle nebbie del tempo: “Ricordiamo su tutti la ferrovia Lucca – Pontedera
che proprio a Cascine aveva una delle stazioni più importanti, e la conseguente diatriba sfociata nel
campanilismo più sfrenato per avere l'onore di battezzare la fermata: Buti o Cascine” continua Alberto
attingendo alle proprie memorie accumulate in decenni trascorsi dietro il banco del bar del paese.
“Oppure, a proposito di campanilismo, la storia della torre campanaria di Cascine, un tempo famosa per
essere “il paese col campanile di legno”, simboleggiante da un lato la scarsità di risorse economiche della
nascente Parrocchia, dall'altro l'irrefrenabile voglia di autoaffermazione di Cascine”. Potrebbe essere un fiume
in piena Alberto Doveri, tale è la passione che lo spinge a completare l'opera: “Beh, è pacifico che dietro a tutto
questo lavoro ci sia solamente l'amore per le proprie radici, non certo un interesse economico. Potremmo
ritenerci fortunati all'estremo se, a conti fatti, non ci avremo rimesso qualcosa... Ma tutti noi autori e l'editore
siamo fermamente convinti che ne valga la pena. Potrebbe essere un'occasione unica per trasmettere ai
posteri valori e testimonianze che al giorno d'oggi, non trovano più il posto che meritano nell'animo della
gente”.
Per contattare Alberto Doveri o lo staff responsabile dell'edizione summenzionata, è sufficiente scrivere a
[email protected] o telefonare al 340.6314784.
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