CHE COSA SI NASCONDE SOTTO I CHILOMETRI DI GHIACCIO DELL’ANTARTIDE ?

L'Eco del Monte e del Padule 5 Maggio 2013 0
CHE COSA SI NASCONDE SOTTO I CHILOMETRI DI GHIACCIO DELL’ANTARTIDE ?

L’argomento, pur lontanissimo dai nostri principali temi di discussione, è talmente intrigante da meritare questo ed altri (ipotizzabili) approfondimenti. Ci eravamo lasciati insinuando che il lago Vostok (una vera e propria anomalia solamente per la sua stessa esistenza…) potrebbe nascondere scomode verità o rivelazioni dal passato della terra talmente sconvolgenti che i pochi individui al corrente dello stato attuale delle ricerche avrebbero preferito tacere… Una delle ultime notizie al riguardo, datata febbraio 2010, riportava che lo scienziato russo Valerie Lukin, a capo della spedizione russa in Antartide, si sarebbe detto pronto ad inviare una sonda all’interno del lago entro il 2012. La sonda sarebbe stata sterile, in modo da non contaminare l’ambiente sub-glaciale, e il Professor Lukin sosteneva che si sarebbero potuti studiare in maniera approfondita quei micro-organismi vivi che risalgono a centinaia di millenni di anni or sono. Ma ad oggi (gennaio 2013), alle masse  non è dato sapere praticamente nulla circa i risultati della missione; nemmeno se la stessa sia stata effettivamente effettuata oppure sia stata rimandata a data da destinarsi…
A partire dal 2001 un gruppo di scienziati statunitensi ha iniziato a sorvolare il lago Vostok a bassa quota, con lo scopo di studiare l’attività magnetica che si verifica presso il lago. Durante questi sorvoli è stata scoperta una potente anomalia magnetica nella zona sud-orientale del lago. La discrepanza è stata calcolata in 1000 nanotesla, una quantità enorme, le cui cause sono tuttora ignote. Altra caratteristica dell’anomalia è la sua straordinaria ampiezza: si estende per ben 166 chilometri quadrati.
Inizialmente si tentò di spiegare l’anomalia magnetica con cause naturali, ma per giustificare un’estensione del fenomeno pari alla superficie dell’intera Tunisia, le cause naturali devono essere necessariamente indicate con precisione e dovizia di particolari.
Michael Studinger, della Columbia University, ha provato a spiegare che molto probabilmente la crosta terrestre, particolarmente sottile presso il fondo del lago e molto più vicina al mantello rispetto a qualunque altra parte del pianeta, subirebbe inaspettate influenze dei movimenti di masse rocciose semifluide all’interno dello stesso; ciò causerebbe un inusuale aumento dell’attività magnetica.
Il geologo Ron Nicks invece sostiene esattamente il contrario: la sottigliezza della crosta e la conseguente vicinanza del mantello, causerebbero un riscaldamento della crosta stessa e ciò dovrebbe ridurre l’attività magnetica, invece di aumentarla.
Secondo il professor Thomas Gold (rivista Nexus Australia), l’anomalia sarebbe causata da una eccezionale concentrazione di xeno, argon e metano, che deriverebbero proprio dal mantello. Se si scoperchiasse la cappa di ghiaccio che copre il lago Vostok, si provocherebbe un immane esplosione e la conseguente dispersione di detti gas nell’atmosfera potrebbe arrecare imprevedibili danni al pianeta.
Per alcuni autori di successo specializzati nell’argomento (Graham Hanckok, Flavio Barbero, Colin Wilson), sostenitori della teoria Atlantide in Antartide, l’anomalia magnetica potrebbe essere causata dalle rovine metalliche di una enorme città, che fu bruciata e distrutta millenni or sono.
Secondo queste ipotesi l’Antartide fu abitata dall’uomo in epoche remote, potendo godere di un clima temperato, addirittura caldo. Queste affermazioni si basano sul fatto che secondo vari climatologi e geologi il polo nord potrebbe essersi trovato a sud delle attuali isole Aleutine fino al nono millennio prima di Cristo, e pertanto l’Antartide si sarebbe trovata relativamente lontano dal Polo Sud, con un clima abbastanza temperato. Un’immane catastrofe, forse causata dalla caduta di un meteorite sulla Terra, avrebbe causato lo spostamento dell’asse terrestre, lo scioglimento degli enormi ghiacciai dell’emisfero boreale, e la conseguente repentina glaciazione dell’Antartide. Molti popoli della Terra ricordano questo cataclisma come il diluvio universale, e lo hanno raccontato tramandandolo fino ad oggi.

Di ben altro spessore le ricerche intraprese tra gli anni ’50 e l’inizio dei ’70 dal Professor Charles Hapgood riguardo alcune rivoluzionarie teorie (nessuna in contrasto con quelle già accettate dalla comunità scientifica internazionale, ma solamente in integrazione ad esse…), autore di “Earth’s Shifting Crust” e  Maps of the Ancient Sea Kings: Evidence of Advanced Civilization in the Ice Age“, che godette dell’incondizionato interesse ed approvazione di Albert Einstein (autore di un’entusiastica introduzione al primo dei suoi libri).

Una carta dettagliata dell’Antartide risalente al 1524, in realtà avvistato in epoca moderna non prima del 1820.

Secondo il sensitivo statunitense Edgar Cayce, gli Atlantidei avrebbero nascosto nel loro continente perduto un enorme cristallo, che sarebbe stata la loro fonte energetica per tempi lunghissimi. Per alcuni ricercatori che sostengono la teoria delle civiltà antidiluviane, l’anomalia magnetica del lago Vostok sarebbe proprio il cristallo descritto da Cayce.
Uno dei più discussi ricercatori, che postulò una teoria ancora più strana della cosiddetta Atlantide in Antartide, fu il cileno Roberto Rengifo, che nelle sue opere Los Chiles (1921) eEl Papel del Territorio de Chile en la Evolución de la Humanidad Prehistórica (1935), sostenne addirittura l’origine antartica della specie umana.
Secondo Rengifo, un immane cataclisma obbligò i sopravvissuti antartici ad emigrare verso il Sud America, l’Africa e l’Australia. Una delle prove che testimonierebbero questa teoria sarebbe il ritrovamento archeologico di Monte Verde, vicino a Puerto Montt, in Cile, dove sono stati trovati resti umani antichi di 33 millenni. Un’altra delle prove indirette a sostegno della teoria di Rengifo sarebbero le strane mappe che furono disegnate nel XVI secolo, come quelle di Piri Reis (1513) e Oronzio Fineo (1531), che mostrano particolareggiate descrizioni topografiche delle coste antartiche, quando invece il continente antartico fu ufficialmente scoperto e mappato solo a partire dal XIX secolo.
A parere di Yuri Leveratto (principale estensore di queste righe e della propaganda delle teorie in esso contenute), anche se le molteplici mappe risalenti al Medio Evo e palesemente in contraddizione con le conoscenze geografiche dell’epoca non provano nulla di definitivo (la costa “antartica” della mappa di Piri Reis potrebbe essere la Patagonia e la massa continentale australe nella mappa di Oronzio Fineo potrebbe essere il risultato di aver unito l’ipotetica Terra Australis Incognita con le coste settentrionali dell’Australia, forse avvistate da navigatori portoghesi nella seconda decade del XVI secolo), e la strana teoria di Roberto Rengifo non si basa su alcuna prova, ma solo su deboli supposizioni, non si può scartare a priori che l’Antartide abbia goduto di un clima diverso dall’attuale, molto più caldo, intorno ai dieci millenni prima di Cristo. Anche la teoria del portoghese Mendes Correa lo potrebbe confermare.
Per ora non si può affermare con certezza se l’anomalia magnetica del lago Vostok abbia origine naturale o artificiale. E’ giusto procedere a piccoli passi, seguendo il metodo scientifico, ma, considerando che la scienza non può dare risposte a tutte le domande, a mio parere è anche saggio non scartare alcune ipotesi “strane” di alcuni mistici e sensitivi, che potrebbero, con le loro percezioni, indicare agli uomini di scienza la giusta via da percorrere per giungere alla soluzione del mistero.

FONTE: www.yurileveratto.com

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