RENZI ESPUGNA IL PD. IN TOSCANA IL SINDACO DI FIRENZE OTTIENE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA TRA GLI ISCRITTI.

L'Eco del Monte e del Padule 19 Novembre 2013 0
RENZI ESPUGNA IL PD. IN TOSCANA IL SINDACO DI FIRENZE OTTIENE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA TRA GLI ISCRITTI.

Tutti i media nazionali e internazionali ci dicono espressamente ciò che tanti messaggi su facebook, twitter o altri mezzi telematici, stanno tentando goffamente di nascondere: la pressochè scontata (e già preconizzata mesi fa) vittoria di Matteo Renzi nella corsa alla segreteria del Partito Democratico.

Renzi insomma, espugna il Pd toscano. Il calcolo definitivo dei risultati assesta il Sindaco di Firenze al 51,3 per cento. La maggioranza assoluta. Con il triestino Gianni Cuperlo (ex ghost writer di Massimo D’Alema) fermo al 38% e Pippo Civati terzo classificato con un 10% scarso di preferenze. Fuori dai giochi (0,91%) il neogovernatore della Basilicata Gianni Pittella.

L’affermazione di Renzi risente di un inevitabile calo a livello nazionale (46,7%) con un irrilevante recupero del delfino di D’Alema (38,7%), ma quello che fa riflettere è l’enfasi con la quale vengono sbandierati dei risultati parzialissimi (e quindi del tutto privi di valore, già all’interno di una consultazione – quella degli iscritti al PD – che di valore ne ha ben poco, visto che i votanti l’8 dicembre saranno sicuramente molti di più dei 300.000 scarsi di questi giorni).

In rete si leggono i risultati di Pisa (dove Cuperlo pur superando Renzi, non ottiene nemmeno la maggioranza assoluta), Livorno, la Val di Cornia (meno di 60.000 abitanti complessivi), sottacendo i risultati di Firenze (dove Renzi – ovviamente – ottiene un 54,07%), Arezzo (57,4), Grosseto (59,7) o Empoli-Valdelsa (il top, con uno schiacciante 68,02%).

Tutto ciò, è sempre bene sottolinearlo, per fare un po’ di chiarezza nelle indicazioni che appaiono alquanto “sommarie”, vista l’incertezza nel numero di affluenti al voto delle Primarie dell’8 dicembre. Dove, lo dichiarano analisti ben più informati di noi, Renzi potrebbe non ottenere la maggioranza assoluta (più del 50% delle preferenze), solo qualora l’affluenza alle urne si rivelasse alquanto bassa, espressione di una vecchia classe dirigente che non vuole essere scalzata dai posti che occupa da tempo immemore.

Fonte: IL TIRRENO / LA NAZIONE / REPUBBLICA / L’ESPRESSO

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